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TRA I FILARI

La vendemmia in Italia “si tinge di rosso”: al via la Valpolicella, tra qualità ottima e meno volume

Il Consorzio guidato da Christian Marchesini: “condizioni ideali per grandi rossi. Rese tagliate del 10% per tutelare posizionamento e competitività”
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Valpolicella, vendemmia al via in uno dei grandi territori dei vini rossi d’Italia

In Valpolicella, il vino muove un giro d’affari stimato intorno ai 600 milioni di euro, tra Amarone, Valpolicella, Ripasso e Recioto, e, oltre a finire nei calici di tutto il mondo, insieme alla bellezza di Verona, attira sul territorio, ogni anno, milioni di turisti da ogni angolo del pianeta. Territorio che, per valore del vino è stabilmente tra i primi d’Italia, e vede iniziare ufficialmente la vendemmia 2025 che, dunque, fino ad oggi dominata dalle uve a tinte bianche, inizia anche a colorarsi con più decisione di rosso (sebbene qualche grappolo, anche delle varietà rossiste, sia stato già raccolto in tante zone del Belpaese).
“Prende il via oggi la vendemmia 2025 in Valpolicella. Secondo le rilevazioni del Consorzio, la raccolta tra i filari dei 19 comuni della denominazione preannuncia una annata qualitativamente equilibrata, con una buona concentrazione di zuccheri e un rapporto equilibrato tra acidità/pH degli acini”, spiega una nota del Consorzio. Come abbiamo già riportato, il Consorzio veronese, così come altri, ha deciso di tagliare le rese delle uve. “Dal punto di vista quantitativo la vendemmia dovrebbe attestarsi complessivamente intorno agli 850.000 quintali di uva, il 10% in meno rispetto a quella dello scorso anno, di cui 350.000 riservati all’appassimento di Amarone e Recioto. Una riduzione produttiva che, insieme alle politiche di contingentamento, promozione e gestione del Consorzio, ha l’obiettivo di mantenere il posizionamento e la competitività della Valpolicella nel complesso contesto internazionale”, spiega il presidente del Consorzio Vini Valpolicella, Christian Marchesini.
Secondo il Consorzio, le uve hanno raggiunto una maturazione fenolica ottimale, con un contenuto significativo di antociani e tannini, i composti responsabili del colore e della struttura nei vini rossi. “Nonostante le piogge che hanno interessato l’ultima fase prima della vendemmia, le condizioni si confermano ideali per la produzione dei grandi rossi veneti da lungo affinamento. Lo stato fitosanitario di Corvina, Corvinone e Rondinella si presenta complessivamente buono, a dimostrazione dell’impegno delle aziende sul fronte della difesa”. Di conseguenza, aggiunge Marchesini, “il risultato dell’andamento climatico dell’annata 2025 dovrebbe portare nei calici vini che esprimono spessore e fedeltà ai terroir della denominazione, con prospettive qualitativamente interessanti per i palati dei consumatori”.
Un’attività, quella della raccolta delle uve per l’appassimento in Valpolicella, tutta manuale che in vendemmia vale circa 120.000 giornate di lavoro. Un dato che sale a quasi 170.000 per la raccolta, anche meccanizzata, nel resto dei vigneti destinata alla produzione degli altri vini della denominazione, sottolinea ancora il Consorzio, che rappresenta un universo fatto di oltre 2.400 aziende tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori su un territorio di produzione che si estende in 19 comuni della provincia di Verona, 8.600 ettari di vigneto e una produzione di 59 milioni di bottiglie nel 2024, e che, con oltre l’80% di rappresentatività, tutela e promuove la denominazione in Italia e nel mondo.

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