
C’è una Sicilia che va oltre le cartoline, oltre gli stereotipi e le immagini da catalogo: è quella che vive nei gesti semplici, nella luce che accarezza la pietra, nei sorrisi condivisi attorno a un tavolo. È l’anima che Cusumano, tra i più apprezzati e famosi produttori di vino a livello nazionale e internazionale (fondata da Alberto e Diego Cusumano nel 2001, a Partinico, che oggi conta cinque tenute nella Regione, Ficuzza a Piana degli Albanesi, San Giacomo a Butera, Presti e Pegni sulle colline di Monreale, Monte Pietroso a Monreale, San Carlo a Partinico, oltre ad Alta Mora, che racchiude sotto un solo marchio le contrade di Guardiola, Pietramarina, Verzella, Feudo di Mezzo e Solicchiata sull’Etna), ha voluto raccontare con la campagna “The Real Soul of Sicily”, ideata da GB22 e recentemente inserita nel prestigioso “Lürzer’s Archive”, riconoscimento internazionale dedicato alla creatività d’eccellenza. Con pochi scatti in bianco e nero, “la campagna mette al centro l’espressione dei valori della Sicilia più autentica, quella fatta di convivialità, bellezza e unicità. Ogni soggetto racconta qualcosa che si può trovare ovunque, ma che in Sicilia assume una forma irripetibile: un paesaggio, un’emozione, un simbolo”.
“Questo riconoscimento ci onora e ci ripaga per un impegno che si traduce quotidianamente nella cura delle nostre vigne, ma che trasuda amore per la nostra terra che, per quanto molto frequentata da visitatori e turisti è ancora tutta da svelare nella sua profondità. In un’anima, uno spirito, quello della Sicilia e dei siciliani che, credetemi - promette Diego Cusumano, vignaiolo e titolare dell’azienda, insieme al fratello Alberto - una volta scoperto e assaporato farà innamorare di questa terra, della sua gente e dei suoi prodotti”. “I vini Cusumano - spiega Vicky Gitto di GB22, creative director della campagna - hanno il sapore del territorio in cui nascono. Hanno l’eleganza della montagna e la forza del Mediterraneo. E l’azienda Cusumano ha nel sangue e nel cuore la Sicilia e quel ‘soul’ che attraverso il nostro lavoro abbiamo provato a rappresentare”.
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