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VINO E RICONOSCIMENTI

Braida, Ceci, Frescobaldi, Tua Rita, Nals Margreid, Masciarelli, e non solo: la “Top 10” Bibenda

Tra i 10 vini “che non si dimenticano” della guida 2026, anche quelli firmati da Feudi di San Gregorio, Pietro Zardini, Damiano Ciolli e Passopisciaro
BIBENDA, FIS, FONDAZIONE ITALIANA SOMMELIER, FRANCO RICCI, GUIDE, SOMMELIER, Italia
“Bibenda” 2026 by Fondazione Italiana Sommelier: i produttori dei 10 vini dell’anno

“Dal Piemonte una leggenda, la Barbera d’Asti Bricco dell’Uccellone 2022, vino-simbolo della rinascita di un vitigno un tempo “popolare”, oggi ambasciatore del territorio grazie alla visione pionieristica dell’azienda Braida. Dall’Alto Adige, lo Chardonnay Nama 2021 di Nals Margreid, un bianco che incarna l’eleganza cristallina delle Dolomiti, tensione, sensualità e delicatezza, tutto perfettamente equilibrato. In Veneto, l’Amarone della Valpolicella Leone Zardini Riserva 2019 di Pietro Zardini racconta, invece, la sontuosità di un grande rosso: morbido, vigoroso, di infinita persistenza. L’Emilia Romagna risponde con un’icona pop e nobile al tempo stesso, l’Otello Nero di Lambrusco 1813 di Cantine Ceci: un vino dalla spuma cremosa e vivace, dai raffinati sentori floreali, che restituisce al Lambrusco l’orgoglio di un grande classico italiano. In Toscana, il Brunello di Montalcino CastelGiocondo 2020 di Frescobaldi si distingue per forza, eleganza e profondità, ed il calice disegna un sorso strutturato, armonico e di lunghissima persistenza. Ancora in Toscana, il Redigaffi 2022 di Tua Rita, un Merlot in purezza che si conferma tra i grandi rossi del Paese: balsamico, avvolgente, dalla chiusura dolcemente speziata. Il Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma Riserva 2020 di Masciarelli è, quindi, il ritratto perfetto del carattere abruzzese: vigoroso, dal tannino aristocratico e con una lunga persistenza che racconta l’anima autentica del territorio. In Campania, Feudi di San Gregorio firma il Taurasi Piano di Montevergine Riserva 2019, un Aglianico profondo e complesso, straordinariamente strutturato quanto elegante. Dal Lazio, Damiano Ciolli conquista tutti con l’Olevano Romano Cesanese Riserva 2021, espressione pura del vitigno di Affile, per un assaggio capace di raccontare il rinnovamento definitivo di un terroir autentico e irripetibile. Chiude la Sicilia con un bianco dalla rarissima espressione minerale, il Contrada PC 2023 di Passopisciaro - Vini Franchetti, Chardonnay dell’Etna che incanta per complessità aromatica, dove agrumi, fiori di montagna e accenni salmastri danno vita a un capolavoro enologico”. Ecco i dieci vini dell’anno selezionati da “Bibenda”, la guida della Fondazione Italiana Sommelier (Fis), guidata da Franco Ricci, tra i tanti vini (764 in totale, qui la lista) premiati con i “Cinque Grappoli” (la presentazione è in programma il 22 novembre, a Roma).
“Un viaggio da Nord a Sud che attraversa l’Italia del vino contemporaneo, un percorso che premia aziende storiche e firme d’eccellenza che hanno saputo interpretare la tradizione con spirito innovativo e coerenza stilistica”, spiega “Bibenda”, che così, dal 2014, individua ogni anno l’eccellenza dell’eccellenza, “quelle etichette che hanno particolarmente colpito la sensibilità dei degustatori”.
Per scegliere le quali, racconta ancora la guida della Fondazione Italiana Sommelier, “sono stati utilizzati criteri che sono andati oltre i parametri previsti dal metodo di valutazione, aggirando in qualche modo le regole imposte dal grande Émile Peynaud, il maestro di ogni sommelier, il quale asseriva che il degustatore è estremamente influenzabile. Pertanto alcune suggestioni andrebbero evitate, certe sensibilità dovrebbero essere ignorate. Regole che non vengono applicate nel caso eccezionale dei 10 Vini dell’anno, scelti proprio sulla base delle sensazioni che hanno suscitato. Etichette che restano nella mente, nell’anima e nel cuore. Vini che non si dimenticano”.

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