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MERCATO

Francia, anche i big risentono delle difficoltà del vino: i vigneti di Bordeaux perdono valore

Situazione diversa rispetto all’Italia. Christophe Chateau (Civb): “da due anni, ed è una novità, anche le grandi appellazioni subiscono la crisi”
Bordeaux, CRISI VIGNETI, ESTIRPAZIONE, FRANCIA, Mondo
Continua la crisi del vino a Bordeaux (ph: Depositophotos)

Se in Italia, come raccontato da WineNews, le quotazioni dei vigneti tengono testa resistendo ad un mercato, comunque, non semplice, come dimostra l’indagine su “L’andamento del mercato fondiario in Italia nel 2024” by Crea, riportata nei giorni scorsi da WineNews, in Francia lo scenario sembra opposto e la parola “crisi” rientra, in linea generale, nella cronaca. A pesare in modo significativo è la situazione di Bordeaux, tanto che, riporta Vitisphere, nel mercato fondiario viticolo bordolese, la tendenza è alla svalutazione.
“Bordeaux, Côtes e Médoc stanno crollando terribilmente, il resto si mantiene”, ha riassunto Rodolphe Wartel, direttore generale dell’agenzia immobiliare “Une Villa et des Vignes” (la divisione di prestigio del gruppo Human), nelle “Matinales de l’immobilier”, incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Bordeaux. Non è comunque una novità ma un fenomeno che va avanti da tempo, considerato che per il prezzo dei terreni dell’Aoc Bordeaux, “c’è un calo regolare dal 2018. Non è una crisi arrivata all’improvviso”, ha sottolineato Michel Lachat, direttore dipartimentale Gironda della Safer (Société d’Aménagement Foncier et d’Établissement Rural), notando differenze tra i vari terroir ma con una tendenza comunque al ribasso per i Bordeaux rossi, con un calo più recente nelle Côtes (Blaye e Bourg) e nelle denominazioni del Médoc escluse le comunali più quotate. Nelle comunali sostenute dai Grands Crus Classés (Pauillac, Saint-Julien, Margaux, Saint-Estèphe), l’esperto hs notato che “dopo prezzi in progressione fino al 2021 su quasi tutte le comunali prestigiose (con Saint-Estèphe stagnante da un po’ più a lungo), i valori si sono mantenuti su un plateau crescente. Oggi si comincia a registrare una diminuzione dei prezzi”. Così, a Pauillac, che mostrava di recente una media di 3,5 milioni di euro all’ettaro, “quest’anno registriamo una serie di cali significativi e abbiamo alcune ragioni per pensare, considerando le discussioni in corso, che questi prezzi diminuiranno ancora molto chiaramente”, ha affermato, prudentemente, Michel Lachat.
I prezzi sembrano destinati a scendere ulteriormente e anche i “big” non sono esclusi dalla situazione che si è generata. Il direttore della comunicazione Civb (Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux), Christophe Chateau, ha osservato che “la crisi è iniziata nelle appellazioni generiche - Bordeaux, Côtes, un po’ il Médoc - che sono state le prime colpite e hanno effettuato estirpazioni massive. Da due anni, ed è una novità, anche le grandi appellazioni subiscono la crisi. Non estirpano in massa, ma alcune riducono la produzione o estirpano senza contributi per poter poi ripiantare”. La tendenza si avverte anche nel Libournais, zona di Bordeaux dalla antica e prestigiosa tradizione vitivinicola. A Saint-Émilion i vigneti in pianura scendono a 100.000 euro all’ettaro e sull’altopiano le negoziazioni possono dimezzare le pretese dei venditori. A Pessac-Léognan i prezzi vanno in ribasso e “per la prima volta ci sono parcelle di vigna che non trovano acquirente”, riferisce Michel Lachat, precisando che “non si tratta sempre dei terroir migliori”.
Nelle Graves l’erosione dei prezzi continua, con valori medi tra 20.000 e 22.000 euro all’ettaro, sostenuti dalle compensazioni ambientali del progetto ferroviario Gpso, spiega ancora Vitisphere. Il direttore Safer constata una forma di attendismo tra gli acquirenti di fronte ad un vigneto in crisi e in trasformazione. Ma i prezzi “non credo che scenderanno molto più di così”, sostiene Lachat, che ricorda come con le estirpazioni “il rapporto domanda-offerta sul volume di vino si sta riequilibrando. L’interesse degli investitori è in sospeso, ma non è affatto morto. Molte persone aspettano segnali positivi per reinvestire a Bordeaux. Non credo che ci sarà un calo ulteriore nelle appellazioni generiche. Tuttavia penso che non abbiamo ancora completamente assorbito la diminuzione nelle comunali più prestigiose”. Rodolphe Wartel ha sottolineato, inoltre, “prezzi ancora molto elevati nelle appellazioni comunali del Médoc o in Saint-Émilion grand cru classé”.

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