Giovani e invecchiate, monovitigno e torbate, fino alle acquaviti d'uva: è stato un affascinante viaggio per gli oltre 18.000 visitatori che a Grappitaly il 19 e 20 febbraio a Perugia hanno avuto la possibilità di "vivere in diretta" profumo e aroma, gusto e retrogusto del nostro distillato simbolo, la grappa, con circa 55.000 degustazioni.
Per due giorni, Perugia ne è stata una vera capitale con la sua manifestazione Grappitaly, che si è svolta nei cinquecenteschi bastioni della Rocca Paolina su una superficie di oltre 1000 metri quadrati.
Nata per celebrare il mito della grappa italiana, la kermesse ha visto la partecipazione di 40 aziende distillatrici, dei 7 Istituti Regionali della Grappa, e di 10 aziende vinicole tra cui Ornellaia, Marchesi de' Frescobaldi, Ruffino e Biondi Santi, che hanno proposto i distillati ottenuti dalle vinacce dei loro più pregiati vini.
La manifestazione che ha avuto il patrocinio di AssoDistil, Istituto Nazionale Grappa e Anag, è stata un'occasione per conoscere e far conoscere un prodotto tutto italiano portandolo in Umbria, cuore d'Italia. Dopo la positiva esperienza a Mondograppa, "Bere col naso" è stato il leit motiv per sottolineare l'importanza dell'olfatto nel cogliere la ricchezza e la varietà della grappa di moderna concezione. Filmati esplicativi sui processi di distillazione, il museo degli alambicchi, i seminari di degustazione e l'allestimento di aree a tema come grappa e cioccolato, grappa e sigari, grappa e cocktails, hanno dato a questo appuntamento un valore fortemente didattico e culturale per distinguere fra il bere e il degustare, per imparare a bere meglio e con moderazione.
Ma il momento più importante di questo festival della grappa è stato il convegno dal tema "Grappa: un patrimonio italiano da difendere", in cui i distillatori hanno espresso il loro allarme contro possibili revisioni del regolamento 1576/89 del Consiglio Europeo sulle bevande alcoliche che potrebbe privare l'Italia dell'utilizzo esclusivo del termine "grappa", perdendo da un giorno all'altro la propria "bandiera" e assistendo di colpo alla svendita di una denominazione e alla perdita di identità di un prodotto simbolo del Made in Italy. Un vero e proprio regalo alle grandi multinazionali del settore fortemente interessate ad un brand tanto conosciuto e apprezzato nel mondo, ma soprattutto un colpo mortale per la distilleria italiana che potrebbe generare gravi conseguenze economiche e di occupazione per tutte le aziende produttrici che hanno sempre operato nella consapevolezza di poter utilizzare in esclusiva tale denominazione.
Questo momento di confronto (con Italo Maschio, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti, Alessandro Francoli, presidente dell'Istituto Nazionale Grappa, Giancarlo Gramatica esperto di rilevazione dati mercato e Alberto Magnani di Demoskopea, Salvatore Petroli, Direttore Generale delle Politiche Agroalimentari del Ministero delle Politiche Agricole) ci pare abbia “colpito nel segno”. Se l’obiettivo dei distillatori era quello di sensibilizzare le istituzioni per difendere a Bruxelles l’uso esclusivo del termine grappa, ci sono riusciti. La presenza e l’intervento di Salvatore Petroli, seppur con dovute precisazioni sono stati rassicuranti.
“Sono fiducioso che la battaglia per la grappa sarà vinta - ha detto - ma i timori restano” perché la situazione a livello internazionale “non depone molto a favore degli interessi della Comunità Europea”. La strada da seguire a Bruxelles – ha proseguito – è quella di un “confronto equilibrato” in una “procedura che si annuncia complessa e lunga”, che punti a riaffermare la “specificità” di questa bevanda alcolica.
Messaggi incoraggianti sono giunti dal Ministro degli Affari Esteri Gianfranco Fini “… particolare impegno sarà posto nella difesa dell’utilizzo esclusivo da parte italiana della denominazione grappa…”, dal Vice Ministro alle attività produttive Adolfo Urso “…la vostra iniziativa ha il pieno sostegno sia da parte del Ministero delle Attività Produttive che mio personale, in quanto ritengo la grappa il nostro distillato di bandiera un patrimonio italiano da difendere e che merita un posto privilegiato tra le produzioni nostrane di qualità…”, dal Vice Presidente della Commissione Europea Franco Frattini: “ … Grappitaly è un segno importante ed una prova di quanto il settore delle grappe possa contribuire a promuovere l’immagine italiana nel mondo…” e dal Ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno. Tanto che Italo Maschio, presidente dell’Istituto Nazionale Grappa e coordinatore del convegno ha concluso i lavori sottolineando la soddisfazione per la “grande intesa” che si è creata fra i distillatori e le Istituzioni, in primis con il Ministro delle Politiche Agricole.
“Avevamo acceso l’allarme rosso, motivato, a dicembre - ha concluso Italo Maschio - e siamo ora, dopo le assicurazioni di Bruxelles, su posizioni più riflessive, ma attente, guardinghe, con un impegno a sviluppare ogni aspetto legale, legislativo, politico. Vedremo i risultati con attenzione. Speriamo di non riaccendere più l’allarme rosso nell’interesse delle nostre aziende, dei nostri consumatori, e, se permettete, del nostro Paese”.
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