Ci ha lasciato, all’età di 94 anni, Daniel Spoerri, uno dei più grandi artisti contemporanei, pioniere del Nouveau Réalisme e della Eat Art, oltre che inventore dei “tableaux-pièges” (quadri-trappola). Di origini romene (era nato nel 1930 nella cittadina di Galati e il suo vero nome era Daniel Feinstein), ma da molti anni naturalizzato svizzero, Spoerri ha messo il cibo e la tavola al centro di gran parte della sua produzione artistica. Amico di Marcel Duchamp, le sue opere sono presenti nei principali musei di tutto il mondo, ma è soprattutto nel suo celebre Giardino a Seggiano, in Toscana, che si possono ammirare molti dei suoi quadri-trappola raffiguranti tavole imbandite, riprodotte e sottratte allo scorrere del tempo.“Proprio per la sua personale visione del cibo, del vino e della convivialità come elementi culturali - spiegano Alessandro Regoli e Irene Chiari, fondatori WineNews - abbiamo da sempre seguito con enorme attenzione e interesse il suo lavoro, in una vicinanza di vedute culminata in un recente incontro personale, che ci ha colpito e commosso, permettendoci di comprendere a fondo non solo l’essenza della sua filosofia artistica, ma anche il suo profondo lato umano. La sua scomparsa lascia un enorme vuoto”.
Il nome di Daniel Spoerri si lega alla nascita della cosiddetta Eat Art, connessa strettamente ai suoi quadri-trappola, realizzati dai commensali del suo noto ristorante di Dusseldorf (1968) (il “Restaurant Spoerri”), seguito poco dopo (1970) dalla “Eat Art-Galerie”, la galleria nata al piano sopra al ristorante per ospitare una ricca programmazione di mostre di arte commestibile (Roy Lichtenstein, Dieter Roth, Joseph Beuys, Niki de Saint Phalle e tanti altri). Ci sono poi i suoi interessi culinari come il trattato sulla polpetta, il cibo più internazionale e presente in tutte le tradizioni del mondo. Aveva scoperto le tradizioni della cucina durante nove mesi trascorsi su una piccola isola greca, Simi, agli inizi degli anni Sessanta. Lì Spoerri aveva esplorato la cucina tradizionale e le erbe naturali dell’isola, scoprendo questa sua nuova vocazione.
Nel Giardino di Spoerri, il progetto più complesso della sua vita, a Seggiano, alle pendici del Monte Amiata, si possono osservare, tra le sue innumerevoli produzioni, i famosi tableaux-pièges, la produzione più celebre dell’artista, che lui stesso inventò tra il 1959 ed il 1960, raffiguranti tavole imbandite, riprodotte e sottratte allo scorrere del tempo. Questa conservazione e preservazione di scene di vita ordinaria, in riferimento a ritualità spettacolari del consumo dei pasti o di qualsiasi altra azione, servirà a costruire un dialogo intermediale ed intergenerazionale, inserendosi in una più ampia riflessione sulla quotidianità, sulla ritualità, sull’alchimia e sul cibo.
Spoerri ha dedicato la sua carriera artistica a catturare momenti fugaci, trasformando scene della vita ordinaria in opere d’arte eterna. La sua visione artistica, complessa e poliedrica, è stata profondamente influenzata dalle sue esperienze personali e dalle correnti artistiche del Ventesimo Secolo, oltre ad influenzare molti nomi dell’arte contemporanea: lo dimostra la mostra, a lui dedicata, in corso alla Galleria Gaburro di Milano (fino al 31 gennaio 2025) intitolata “Quello che vedete non è né cibo, né arte”, dove l’immaginario di Spoerri viene esplorato attraverso un percorso di 27 opere di 4 differenti artisti, oltre allo stesso Daniel Spoerri.
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