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Castiglion del Bosco, un affare epocale, secondo le stime WineNews … È un affare epocale, quello che ha visto Castiglion del Bosco, perla di bellezza assoluta a Montalcino, con una doppia anima divisa tra la produzione di un grande vino, il Brunello, ed hospitality di altissimo livello, passare dalla proprietà di Chiara e Massimo Ferragamo, a quella di un ''family office'' mondiale che, da quanto risulta a WineNews, sarebbe formato da famiglie di imprenditori di diversi continenti. Niente investitori russi, né il colosso del lusso francese Lvhm, dunque, che rumors davano a far shopping sul territorio di Montalcino, ma comunque un affare che passerà alla storia, e che, probabilmente, è tra i passaggi di ''terra'' a più alto valore aggiunto, con una stima WineNews tra i 300 ed i 400 milioni di euro. Per una tenuta, o meglio un borgo, di 2.000 ettari, di cui 62 ettari di vigna (e 60 ettari a Brunello di Montalcino, con una produzione di 250.000 bottiglie del famoso rosso di Toscana) e 400 ettari a seminativo, oltre al Rosewood Castiglion del Bosco, un resort 5 stelle lusso, situato nell'antico borgo medievale, con 42 suite, 11 ville con piscina privata, Spa e 2 ristoranti, e ''The Club'', l'unico golf Club privato in Italia con 18 buche disegnate dal leggendario campione del British Open Tom Weiskopf su 210 ettari di morbidissime colline. Tutto restaurato, recuperato e valorizzato in ogni dettaglio, dal 2003, dal gusto e dalla raffinatezza di Chiara e Massimo Ferragamo, che resteranno legati all'azienda (con ruoli che saranno ridefiniti nei prossimi giorni). Così come lo resterà il management, a partire dal Ceo, Simone Pallesi, a testimonianza del fatto che non si tratta di un investimento speculativo, ma di impresa, per quello che viene definito un ''trophy asset'', ovvero un complesso immobiliare non solo di assoluto pregio, ma unico, al punto che il suo valore non è valutabile solo con i parametri classici delle stime immobiliari e di impresa. Perchè il progetto di Castiglion del Bosco, partito dalla cantina e dal vino, è stato arricchito nel tempo, con investimenti importantissimi, da Chiara e Massimo Ferragamo, che lo hanno fatto diventare un punto di riferimento dell'ospitalità di livello mondiale. Tanto da essere gestito, non per la parte agricola, ma per quella hospitality, dal gruppo Rosewood, colosso dell'hotellerie di lusso (con tante altre realtà nel mondo, da Venezia a Roma, da Vienna a Londra, da New York a Doha, da Abu Dabi a Pechino, solo per citarne alcune), fondato storicamente dalla texana Caroline Rose Hunt, proveniente da una famiglia di petrolieri, e poi passato nelle mani della famiglia Cheng, dinastia di imprenditori di Hong Kong. Famiglia che, apprende WineNews, sarebbe stata anche nella compagine proprietaria della ''parte agricola'' di Castiglion del Bosco, dalla quale però sarebbe voluta uscire, non essendo focus dell'attività imprenditoriale del gruppo. Che, come detto, è l'hotellerie di alto livello, tanto che, sempre da quanto risulta a WineNews, il resort continuerà ad essere gestito per anni da Rosewood. In ogni caso, un affare storico nel panorama italiano, e che conferma, una volta di più, anche l'appeal del territorio di Montalcino, come sottolinea una nota ufficiale del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino: ''con l'acquisizione di oggi Montalcino si conferma cosmopolita del vino e con un comune denominatore: quello dell'appeal del brand, della qualità del suo Brunello e del territorio'', ha detto il presidente Fabrizio Bindocci, sottolineando come l'operazione ''segna un altro prestigioso passaggio di proprietà per un territorio vitivinicolo tra i più noti al mondo e un vino, il Brunello di Montalcino, che risulta il più conosciuto dai consumatori italiani e tra i più apprezzati del mondo. Diamo il benvenuto ai nuovi arrivati a Montalcino, ed un grazie a Chiara e Massimo Ferragamo che, negli anni, hanno mostrato attaccamento ed amore per il territorio di Montalcino aiutandolo nella sua crescita di qualità e bellezza''.

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