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Vino: ricerca, i giovani chiedono meno scena e più semplicità in tv vorrebbero un mondo enologico con meno fronzoli ... Vorrebbero un mondo del vino con meno fronzoli e più semplicità, meno mediazioni di esperti e più divertimento, pur riconoscendo al nettare di Bacco italiano un valore aggiunto superiore al resto del Made in Italy. Ecco i “Millenials” all’italiana, ovvero i giovani tra 18 e 35 anni ed il loro rapporto con il vino, fotografato dall’indagine (fino ad ora diffusa solo su Twitter) del professor Gabriele Micozzi, docente di marketing all’Università Politecnica delle Marche, segnalata a www.winenews.it. Il vino che vorrebbero i giovani? Le caratteristiche indicate dal 54% di loro sono “semplice, spiritoso, socializzante, senza legno, memorizzabile, versatile e fresco”. E le tipologie che rispecchiano meglio queste caratteristiche, ovvero i loro vini o vitigni preferiti, sono, nell’ordine, Lambrusco, Prosecco, Sangiovese, Chianti, Chardonnay, Montepulciano Abruzzo, Moscato. Pochi, solo 1 su 5 (il 22%), sono interessati a corsi di avvicinamento al vino, anche se il 38% di chi si dichiara inesperto vorrebbe comunque saperne di più. Ma in maniera meno mediata di quanto accade oggi: il 48% degli under 35 vorrebbe che parlassero di vino più agricoltori e vignaioli e meno “finti sommelier e de esperti del gusto”, il 42% non ama le attuali trasmissioni e promozioni sul vino, dalle quali vorrebbero “meno scena e più semplicità”. Una diffidenza, insomma, verso i canali “istituzionalizzati” di divulgazione del vino, che si riflette anche nei criteri di acquisto: per il 66% le guide non sono imparziali, al punto che il 78% dei giovani si affida al passaparola di amici e ristoratori di fiducia o ai social network. E anche se 1 giovane su 6 compra vino in gdo, la stragrande maggioranza, se potesse, lo acquisterebbe direttamente in cantina, o anche dai farmers market che vorrebbe ancora più presenti nelle grandi città. Da rivedere, poi, secondo gli under 35, anche le etichette, che per 3 su 4 sono “anonime, non comunicative, senza stile e inadeguate”, e che il 32% vorrebbe riportassero anche calorie, quantità consigliate, proprietà benefiche e pericoli del bere vino. Ma se i giovani italiani riconosco al vino un valore del 39% più alto sul resto del made in Italy, ma anche sul prodotto straniero (e il 48% in più alle bottiglie di piccoli produttori), sull’enoturismo prevalgono gli esterofili: il 37% vorrebbe farlo oltreconfine, (soprattutto in Francia, California e Australia), su un 32% che preferirebbe l’Italia (Toscana, Sicilia e Piemonte in testa). Tornando al vino, ancora praticamente sconosciuto l’universo “Bio”, citato solo dal 12% del campione, per il quale, però, si sarebbe disposti a spendere il 28% in più.

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