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Vino: vendemmia 2013, previsioni per i territori dei grandi rossi italiani non sarà un’annata a “cinque stelle”, ma ci saranno sorprese ... Una vendemmia che, in linea con l’andamento generale, resta in stile “vintage” anche per i grandi rossi del Bel Paese, riportando le loro zone di produzione ad operazioni di raccolta ormai quasi dimenticate almeno da una quindicina di anni a questa parte. Giudizio qualitativo ancora incerto, specie trattandosi di una vendemmia decisamente in ritardo rispetto almeno agli ultimi cinque anni (in alcuni casi, addirittura, non ultimata), e quindi ancora difficile stabilire un giudizio definitivo anche se l’ottimismo non sembra mancare. Un’annata buona, non certo da cinque stelle, ma in grado di portare alcune sorprese e, in linea generale, vini più vicini alle ultime richieste dei consumatori, sempre più in cerca di prodotti dal tenore alcolico limitato e dalla bevibilità più immediata. Ma nel caso dei grandi rossi, ci sarà anche una tenuta nel tempo importante, garantita dagli alti valori acidici e dalla maturazione fenolica comunque arrivata in equilibrio. A dirlo i produttori sondati da WineNews. Probabilmente la lombarda Valtellina è il luogo più elevato dove si ottengono grandi rossi e, per questo, se consideriamo il ritardo generalizzato della vendemmia 2013, le operazioni di raccolta non sono ancora ultimate. “Siamo a circa metà della raccolta delle uve destinate allo Sfurzat - spiega Claudio Alongi enologo di Nino Negri azienda del gruppo Giv - ma ci sembrano di qualità interessante. È arrivato anche il freddo qua da noi, ma questo non è altro che un bene e siamo fiduciosi, ci potrebbero stare vini molto buoni”. In Veneto, nella terra dell’Amarone, si parla di “un’annata molto positiva in termini di mantenimento degli aromi - racconta Franco Allegrini, alla guida insieme alla sorella Marilisa dell’azienda di famiglia - ma durante la maturazione le piogge non sono mancate, disturbando le operazioni di raccolta. Sembra sia una vendemmia per vini più di finezza che di potenza e ritardata come accadeva negli anni Ottanta. In generale mi piace - conclude Allegrini - e i vini potrebbero essere molto intriganti”. Anche in Piemonte raccolta ritardata specialmente per i Nebbiolo da Barolo, che ci riporta a vendemmie del passato. “Una vendemmia un pò particolare - spiega Francesco Versio enologo della casa vinicola Bruno Giacosa - in cui ad una generalizzata buona condizione complessiva c’è stato un leggero passo indietro a causa delle piogge. Difficile dare un giudizio definitivo, i primi Nebbiolo sembrano buoni. Colpisce specialmente l’elevata acidità che potrebbe indicare una buona propensione all’invecchiamento, ma dovremo vedere quello che succede dopo le fermentazioni malolattiche”.In Toscana, dove si concentra il 14% dell’export tricolore dei rossi Dop (secondo i dati elaborati da www.inumeridelvino.it), si considera in modo non difforme la vendemmia 2013 come una raccolta “d’antan”. “Le zone più precoci del Chianti Classico hanno senz’altro avuto qualche vantaggio in più - spiega Renzo Cotarella, dg Marchesi Antinori - mentre in quelle più tardive la vendemmia è terminata da poco più di una quindicina di giorni, riportandoci indietro nel tempo. I risultati finali sembrano privilegiare vini più legati alla eleganza che alla loro forza. Un pò come è accaduto, guardando al recente passato, nel 1999, nel 2005 o nel 2010. Parlerei decisamente di vendemmia fresca che può essere valorizzata al meglio”. Un elemento quest’ultimo che trova una delle sue massime espressioni nei Brunello di Montalcino della Tenuta il Greppo. “È stata una vendemmia un pò complicata - afferma Jacopo Biondi Santi - perchè ritardata, ma alla fine per noi è stata una gran bella raccolta. Potrebbero uscire grandi vini da Riserva, come nel 1964 o nel 1988, destinati a durare molto a lungo. Una vendemmia che si è svolta ad ottobre, come ai vecchi tempi, e da cui - conclude Biondi Santi - mi aspetto un affinamento decisamente interessante”.Da Bolgheri, e precisamente dalla Tenuta San Guido “patria” del Sassicaia, parla il Marchese Niccolò Incisa della Rocchetta che spiega: “è stata una vendemmia che è arrivata un pò in ritardo, anche se noi siamo sempre quelli che cominciamo la raccolta per primi qui a Bolgheri. I risultati sembrerebbero ottimi, anche se un giudizio definitivo non può che arrivare fra 3 o 4 mesi, prima che i vini vadano in barrique. Abbiamo registrato una concentrazione più marcata sul Cabernet Franc e gradi alcolici no eccessivi, come nello stile della nostra produzione”. “Una vendemmia molto particolare - afferma Luca De Ferrari, dell’azienda Boscarelli fra i riferimenti del Nobile di Montepulciano - difficile dare un giudizio qualitativo definitivo. Quello che è certo è il fatto che si tratta di una raccolta le cui caratteristiche non si presentavano almeno da 15 anni. Ritardo netto nelle operazioni di raccolta, abbiamo terminato giusto una settimana fa ma maturazione delle uve è stata corretta, contenuto fenolico e acidico di buona ricchezza, tenore alcolico più basso che in passato e questo è un bene”. “Abbiamo dovuto intervenire con selezioni accurate per evitare di portare in cantina delle uve malate e se la vendemmia non fosse stata intervallata da qualche pioggia di troppo, forse potevano ottenere una grandissima annata. Sono comunque fiducioso - conclude De Ferrari - anche se non si può pensare all’annata del secolo”.Restando ancora in centro Italia, Marco Caprai patron dell’azienda umbra che ha riscoperto e lanciato il Sagrantino di Montefalco nel mondo, afferma: “primo elemento di questa vendemmia 2013 è un importante recupero produttivo sulle due ultime raccolte. Poi, dobbiamo soffermarci su una qualità molto buona delle prime vinificazioni del Sagrantino, con degli accenti stilistici meno segnati dal grado alcolico e con una potenzialità d’invecchiamento davvero interessante. Una vendemmia da quattro stelle, volendo schematizzarla”. “Abbiamo visto certamente annate più ricche di struttura, ma quelli di quest’anno sono vini più eleganti e meno impegnativi che, per fare una lettura in chiave di mercato, sembrano essere molto più vicini alle richieste recenti dei consumatori”, conclude Caprai In Campania, richiedono ancora un pò di tempo i grappoli di Aglianico che andranno a produrre il Taurasi. Si tratta, infatti, di una delle zone più tardive d’Italia e quest’anno, che sarà ricordato per un ritardo diffuso nelle operazioni di raccolta un pò ovunque, si torna davvero a tempi di vendemmia ormai quasi del tutto superati. “Per le uve destinate al Taurasi c’è ancora da attendere - racconta Piero Mastroberardino - Il tempo tiene e promette di far recuperare anche qualche ritardo di maturazione. Si prospetta una buona vendemmia, insomma. I primi Aglianico cominceremo a raccoglierli nella prima decade di novembre, poi toccherà ai cru. Sono decisamente fiducioso”. Dalla Sicilia e precisamente dalle pendici dell’Etna ancora non tutta l’uva è giunta in cantina. “Una vendemmia quantitativamente generosa - spiega Francesco Cambria dell’azienda messinese Cottanera - sull’Etna stiamo concludendo la raccolta in questi giorni, con molto ritardo sulle ultime due annate. Non si può considerare una vendemmia a cinque stelle - conclude Cambrìa - è un’annata senz’altro più diluita, ma è molto interessante per freschezza e aromaticità, con vini che dovrebbero affrontare bene l’invecchiamento”.

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