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C’è un velato ottimismo nel mondo delle enoteche italiane, le vendite natalizie, fondamentali per il bilancio annuale, seguono senza troppi scossoni il trend del 2012, con lievi aggiustamenti, al ribasso, del prezzo medio, alla ricerca del miglior rapporto qualità/prezzo, ma tutto sommato senza grandi scossoni, come raccontano a WineNews alcuni dei principali enotecari italiani.
Al top, com’era prevedibile, le bollicine, soprattutto i metodi classici italiani e gli champagne, ma anche il Conegliano Valdobbiadene si difende bene sotto le feste, mentre tra i grandi rossi, punta della piramide qualitativa enoica del Belpaese, a finire sotto l’albero saranno principalmente Brunello, Barolo ed Amarone. La nota stonata la suonano, o meglio la steccano, i distillati, mentre in tanti virano, dove possibile, sulla confezione enogastronomica, abbinando così una buona bottiglia al meglio della produzione agroalimentare italiana.
In calo la regalistica aziendale, specie nelle zone del Paese colpite maggiormente dalla crisi, mentre, specie nelle grandi città, i consumatori cercano di fare l’acquisto migliore possibile. “I regali enogastronomici - spiega Paola Longo dell’Enoteca Longo di Milano - non hanno visto flessioni rispetto ai numeri del 2012. Anche se il budget per le spese è leggermente diminuito, siamo molto contenti del trend che si sta delineando fino a questo punto: nelle feste tengono gli spumanti e gli Champagne, e noi che abbiamo anche altri prodotti alimentari riusciamo a fare grandi numeri anche con le confezioni enogastronomiche”.
Situazione stabile anche secondo il sentimenti di Andrea Terraneo, titolare de La Barrique di Cantù e presidente di Vinarius, l’associazione degli enotecari italiani: “al momento il trend del Natale è sostanzialmente in linea con lo scorso anno, la regalistica aziendale ha un leggero decremento dovuto a qualche riduzione del budget, per questo il grosso del dato da analizzare è quello degli acquisti dei privati, e per ora posso dire che è un Natale lungo, che vivrà sempre più dell’ultimo momento, scordiamoci la gestione del magazzino e la programmazione degli acquisti degli anni passati”.
“I clienti importanti ci sono sempre - spiega Terraneo - e chiedono ancora i prodotti di prestigio, mentre la fascia media continua a ridursi, e soprattutto a fare scelte sempre più oculate. Barolo, Brunello e Amarone, per i rossi e, in trend natalizio, lo Champagne e i metodo classici, sono al top, ma i numeri si fanno con il Prosecco, specialmente con il Conegliano Valdobbiadene. Certo è che il prodotto vino è ancora un bene che si regala volentieri, è percepito non solo come status symbol ma anche come prodotto di qualità che sa farsi apprezzare, e chi ha più indecisioni chiede consiglio a noi su che bottiglia regalare, e noi enotecari, del resto, siamo ben felici di poterli seguire, accontentare e guidare nelle loro scelte”.
“Gli incassi sono in linea agli anni passati: i nostri clienti - racconta Mario Demattè dell’Enoteca Grado 12 di Trento - ci tengono a fare bei regali di Natale, mentre abbiamo notato che le aziende tendono a spendere un po’ meno. Vendiamo molti vini delle nostre parti, Trentodoc in primis, ma si comportano bene anche le grandi Docg come Barolo e Brunello”.
All’Enoteca Cavalli di Parma, specializzata in Champagne e bollicine in generale, gli affari “vanno bene, i dati ci dicono che siamo più o meno il linea con il 2012”, come dice Maurizio Cavalli. “Per noi è un periodo positivo, non solo perché si avvicina il Natale. Anche se gli acquisti di bottiglie di fascia alta pagano un momento di affanno (nonostante gli appassionati), riusciamo a vendere più bottiglie a prezzi abbordabili. I nostri clienti - racconta Andrea Formigli, dell’Enoteca Al Chianti di Firenze - sono molto attenti al rapporto qualità/prezzo, e si fanno spesso consigliare da noi per il vino giusto. Chiaramente in questi periodi le bottiglie che vendiamo di più sono gli spumanti, sia italiani che francesi, Champagne in testa”.
A Roma, nell’enoteca simbolo della Capitale, Enoteca Trimani, il clima “non è certo euforico, ma c’è un bel movimento - secondo Paolo Trimani - e una certa concretezza, come dimostra la ricerca del miglior rapporto qualità/prezzo, che nei regali dei privati vuol dire anche scegliere la bottiglia più adatta a chi la dovrà ricevere, magari perché bevuta insieme durante l’anno, o grazie al passaparola. Per quanto riguarda la regalistica aziendale, invece, è tutto come prima, si finisce su bottiglie piuttosto standard”.
“La fascia più movimentata - dichiara Trimani - è quella tra i 15 e i 20 euro, che comunque rappresentano un upgrade sul prezzo medio del resto dell’anno, mentre nella fascia superiore comandano ancora Champagne, Brunello, Barolo e Amarone, ma sta crescendo, come denominazione, anche Bolgheri, un nome che chi frequenta il vino conosce, anche se ha uno stile internazionale. Tra le bollicine italiane tutto ciò che non è né Prosecco né Franciacorta è solo contorno, mentre tornando allo Champagne, anche se se ne compra qualche bottiglia in meno non si rinuncia all’altissima qualità”.
A Palermo, come racconta Nicola Picone dell’Enoteca Picone, “non si rinuncia a fare regali per Natale, e la bottiglia di vino è un pensiero che va moltissimo. Certo, il budget è sempre più limitato, ed allora si cerca di fare più attenzione al rapporto qualità/prezzo, non solo nelle bottiglie, ma anche nei prodotti alimentari dove sono ricercati la qualità e l’artigianalità. I grandi must delle feste si vendono sempre bene, come Champagne e spumanti in genere, in calo sono invece i distillati e i liquori”.

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