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Turismo vino: Winenews, preferiti Langhe, Chianti, Montalcino ... Gli elementi indispensabili per un perfetto week-end all’insegna del buon bere? Le Langhe, il Chianti Classico o Montalcino come destinazione, un budget medio di 200 euro a testa, il desiderio e la curiosità di scoprire o riscoprire le cantine del territorio. Parola degli enonauti - ovvero appassionati al mondo del vino e di Internet - che hanno risposto al sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti di comunicazione sul vino più cliccati d’Italia, condotto su 18.850 persone (con risposte da 1.930), realizzato per conto dell’associazione Go Wine per Vinum 2008 (Alba, 1/4 maggio), uno degli eventi enoici più interessanti che si tengono in Piemonte (www.gowinet.it). Gli eno-appassionati che partono per un fine settimana nei grandi territori enoici considerano il vino un elemento centrale del loro viaggio, ma non l’unico; nella scelta delle loro destinazioni sono guidati soprattutto dalla ricerca personale e dalla fama dei produttori, non disdegnano il passaparola, Internet e una limitata influenza dei media specializzati; per questa mini-vacanza sono disposti a spendere, in media, dai 150 ai 250 euro, dimostrando grande oculatezza, senza per questo rinunciare all’acquisto di “buone” bottiglie; sanno riconoscere la qualità dell’accoglienza e del contesto che visitano, considerando la bellezza del paesaggio capace di influire sulla percezione qualitativa di un vino; bocciano senza appello l’offerta enoturistica, giudicandola ancora episodica e improvvisata. Il 34% degli enoturisti italiani dichiarano una disponibilità di spesa, a persona, per un classico weekend enoturistico tutto compreso (trasporto, soggiorno, musei, enogastronomia...) da 200 a 250 euro; tanti anche quelli che dispongono di un budget da 150 a 200 euro (29%), da 250 a 500 euro (23%), da 100 a 150 euro (12%); solo il 2% del campione intervistato può contare su oltre 500 euro. Un orientamento alla spesa tendenzialmente oculato, dove sembra però evidente la presa d’atto del complessivo e generalizzato aumento medio dei prezzi.
Ma al di là della portata dei rincari generalizzati, il 42% del campione dichiara di aver aumentato negli ultimi tre anni la propria spesa in vino e a favore di viaggi enoici, mentre il 38% dichiara di aver mantenuto questa spesa costante e il 20% di averla diminuita. Non stupisce, poi, il fatto che il vino rappresenti l’elemento principale che stimola il viaggio nelle terre dove viene prodotto: per il 53% degli enonauti il vino e’ centrale nella scelta dell’itinerario da intraprendere, fondamentale per il 32%, complementare per il 10% e marginale solo per il 5% degli intervistati. Dal punto di vista dell’influenza sulla scelta della destinazione da visitare, sembra privilegiata l’autonomia: il 37% sceglie in base ad un mix all’insegna della soggettività, che prevede curiosità, spirito di ricerca, desideri personali, ma anche la concentrazione di produttori famosi che il territorio prescelto offre; il 30% del campione si lascia influenzare dal passaparola, il 23% da Internet; solo il 5% si affida alla casualità e nella medesima percentuale alla pubblicità.
L’influenza dei mezzi di informazione specializzati risulta media per il 40% del campione, poca per il 30%, molta per il 18% e nulla per il 12%. Il campione sondato, in fatto di preferenze territoriali, ha stilato una sorta di classifica delle regioni preferite, distinta da una più circoscritta dedicata ai territori del vino in senso stretto: nella prima il 38%, decreta la propria preferenza alla Toscana, al Piemonte (30%), all’Alto Adige, Trentino, Umbria e Friuli appaiate al terzo posto (12% delle indicazioni), seguite da Veneto e Sicilia (10%), Sardegna e Abruzzo (8%), Lazio, Puglia e Marche (2%). Nella seconda classifica, dedicata ai “distretti” del vino, in testa fra le mete più gettonate troviamo le Langhe (40%), il Chianti Classico (25%), Montalcino e la Borgogna (15%), la Franciacorta (10%), Montefalco (8%), Collio, Bolgheri e Champagne (2%). Il vino che viene immediatamente ricondotto al suo territorio d’origine dal campione e’ il Barolo (30%), seguito dal Chianti Classico (22%), dal Brunello di Montalcino (18%), dal Chianti (10%), dal Taurasi (8%), dal Franciacorta e dal Sagrantino di Montefalco (5%), dal Nobile di Montepulciano, Nero d’Avola di Sicilia, Amarone della Valpolicella e Sfurzat della Valtellina (4%), e, infine, dai vini di Bolgheri, dal Prosecco, dal Barbaresco e da quelli di Borgogna (3%).
Ma coloro che vanno alla scoperta dei territori del vino, non solo arrivano, guardano e assaggiano vino: nella stragrande maggioranza (90%), tornano a casa anche con una piccola scorta di bottiglie; per almeno tre “pezzi” da mettere in collezione, o da bere con gli amici a cena nei giorni seguenti, i turisti del vino sono disposti a spendere da 45 a 60 euro (nel 33% degli intervistati), da 30 a 45 euro (27%), da 60 a 90 euro (18%), da 15 a 30 euro (12%); oltre la soglia dei 90 euro, si spinge solo il 10%.

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