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Vini: rischio paralisi per aziende italiane per controlli Igt ... E’ appena arrivata all’attenzione di produttori e delle organizzazioni delle imprese una prima bozza di decreto legge del Ministero delle Politiche Agricole sul prossimo cambiamento del sistema di controllo sui vini Igp (oggi Igt), che dovrebbe essere equiparato a quello delle Doc-Docg (prossime Dop). Senza entrare nel merito tecnico dei provvedimenti, contenuti nel testo, WineNews ha chiesto una prima lettura ad Ottavio Cagiano, direttore generale di Federvini, ed a Piero Mastroberardino, imprenditore vitivinicolo e attento osservatore delle questioni legislative del mondo del vino italiano. Per il direttore generale di Federvini, si tratta di un provvedimento “che, così come è, di fatto riduce la flessibilità dei nostri vini ad Igt”. Un provvedimento di cui il Ministero delle Politiche Agricole non ha sentito il bisogno di sottoporne la discussione alla filiera, calandolo, praticamente dall’alto. “La questione, evidentemente, non è che le aziende non vogliono i controlli - continua Cagiano - peraltro, già esistono anche sui vini ad Igt, ma piuttosto vogliono dei controlli che non siano onerosi dal punto di vista economico e che non creino ulteriori complicazioni burocratiche”. In un periodo particolarmente delicato per la commercializzazione di tutti i prodotti e quindi anche del vino, indebolire una tipologia come quella degli Igt che, inoltre, concorre in fasce di prezzo molto competitive, appare davvero pericoloso. “Sono d’accordo - prosegue Cagiano - dobbiamo sottoporre questo provvedimento ad una discussione attenta o altrimenti siamo di fronte all’ennesima contraddizione: da un lato tutti considerano il comparto vitivinicolo prezioso, ma dall’altra - conclude il direttore generale di Federvini - non viene mai posta attenzione a fare concretamente, quello che si dice sistema”. Identico giudizio, negativo, anche nelle parole di Piero Mastroberardino, uno degli imprenditori più importanti e famosi del mondo del vino e attento osservatore delle questioni legislative enologiche italiane, che afferma: “siamo in una fase delicata, in cui introdurre accelerazioni di questo genere può generare ulteriori criticità”, distogliendo risorse proprio quando, invece, ci sarebbe bisogno di convogliarle tutte sulla commercializzazione del prodotto. Non mi sembra che la situazione sia stata valutata adeguatamente e che, anzi, vada in una direzione sostanzialmente nebulosa”. “Come possiamo - conclude Mastroberardino - ripensare soltanto in chiave burocratica l’intera produzione di regioni come la Puglia e la Sicilia, in pratica delle enormi Igt?”. Ma, oltre ai due autorevoli commenti di Cagiano e di Mastroberardino, tanti altri giudizi negativi sono arrivati su questo argomento a WineNews, che vanno tutti nel senso “di una profonda revisione del decreto legge e di una riduzione delle procedure e dei costi a carico delle imprese”; “imprese che sono stanche”; “che non possono obbligare la filiera alla bancarotta pur di mettere in piedi sistemi di pura follia burocratica”; “occorre un’azione dura e clamorosa, se necessario portando anche in piazze le aziende e/o consegnare le chiavi delle cantine al Ministero delle Politiche Agricole”.

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