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Vinitaly: Winenews, il vino si rifà il look, sfida dei packaging ... Bottiglia di vetro e tappo di sughero: ecco l’immagine del vino tradizionale e di qualità, alla quale da sempre tutti gli eno-appassionati fanno riferimento. Ma nuove idee e tendenze compaiono all’orizzonte, e negli ultimi anni sono sempre di più le aziende che fanno ricerca su chiusure e packaging alternativi. Proprio le ultime tendenze in fatto di “look” del vino saranno al centro di Vinitaly ed Enolitech (a Verona dal 2 al 6 aprile), evento di riferimento dell’enologia internazionale. Se la scelta obbligata del tappo di sughero era inizialmente dovuta a questioni economiche, fondamentalmente ancorate a questioni di posizionamento del prodotto, e dovute ad esigenze di risparmio e competitività sul fronte del prezzo, limitando l’uso di tappo a vite, silicone e compagni a etichette di fascia bassa o da discount, oggi le motivazioni nella ricerca del superamento del sughero paiono trovare nuovi spunti e diverse chiavi di lettura. Di natura tecnica, anzitutto, ma anche legate ad aspetti più squisitamente ecologici, votati alla causa di un rapporto più sano con l’ambiente. Come altri settori, insomma, anche il vino si è interrogato sui modi per mantenere o ritrovare il giusto equilibrio con la natura, cercando nuove filosofie produttive ed agronomiche, certo, ma anche mettendosi alla ricerca di contenitori pienamente eco-friendly (le stesse motivazioni che sembrano portare ad un progressivo “alleggerimento” delle bottiglie dopo le pesantezze imposte negli ultimi anni da esigenze di marketing e visibilità). Oltre che alla “semplificazione” dell’immagine del vino, ritenuta da molti eccessivamente criptica, complicata, bisognosa di soluzioni che diano un’idea più giovane e dinamica di questo mondo. Oltre a garantire maggiore immediatezza nel consumo. Sparirà dunque, in un futuro più o meno prossimo, il terrore di stappare una grande bottiglia e scoprirla irrimediabilmente compromessa dal classico “sapore di tappo”? In molti sono pronti a scommetterci e già considerano il tappo a vite o quello di vetro delle valide alternative al sughero, ideali nel preservare freschezza ed aromi e dunque azzeccato anche per lunghe conservazioni. Chissà se questo basterà per convincere i più riluttanti al cambiamento, in un settore dove parole come classicità e tradizione rappresentano un vero e proprio valore aggiunto. Quel che è certo è che il cambiamento è in atto e i segnali arrivano da griffe di primo piano del panorama enologico mondiale. Non solo Nuovo Mondo, ma anche i più pregiati terroir di Francia e Italia, due dei Paesi di più lunga tradizione vinicola, sembrano orientati a sperimentare nuovi tappi. Altra storia è quella di contenitori diversi dal vetro, dal bag in box (il sistema a sacchi composti da più strati di materiale plastico accoppiati e termosaldati fra di loro, capace di garantire semplicità di servizio e pochissimo spreco) alle bottiglie in polietilene (contenitori studiati e realizzati appositamente per conservare aromi, gusti e colori del vino per circa due anni, chiusi con screw caps al posto dei tappi tradizionali). Certamente friendly ed ecosostenibili ma, forse, ancora di un altro pianeta rispetto a quello del vino di qualità.

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