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Vino: piccolo “lusso” quotidiano che costa meno di altri sfizi ... “Il vino, anche in tempi di crisi, può essere un ‘piccolo lussò quotidiano, molto meno costoso di tanti altri sfizi che ci sembrano economici, ma che, a conti fatti, in termini assoluti non lo sono affatto”. É l’analisi di www.winenews.it, che sottolinea come se “ben il 73% degli italiani afferma di amare il vino - che sarà protagonista assoluto a Vinitaly, a Verona dall’8 al 12 aprile - ma quando si tratta di mettere mano al portafoglio le cose cambiano. Per una bottiglia di vino quotidiano, il 53,1% vorrebbe spendere tra i 2 e i 4 euro (addirittura il 20,7% starebbe volentieri sotto i 2 euro). Il 17,3% prevede tra i 4,5 e i 6 euro, ma solo il 2,6% sarebbe disponibile a spendere tra gli 8,5 e i 10 euro. Solo l’1,4% andrebbe sopra i 15 euro”. L’indagine del centro studi Vinitaly-Verona Fiere con Bocconi Trovato&Partners sull’identikit del consumatore di vino italiano, spiega inoltre che “una bottiglia da 15-20 euro nello scaffale di un supermercato é giudicata cara. Quando un pacchetto di gomme da masticare, acquistato nello stesso supermercato, a poco più di un euro, sembra una spesa da niente. Ma quelle gomme da masticare costano la bellezza di 40 euro al chilo. Certo - spiegano ancora gli esperti - il valore d’uso dei due prodotti é completamente diverso, e questo determina la diversa percezione del costo, più o meno caro, ma la differenza di valore assoluto é abissale. Eppure nessuno si fa scrupoli ad acquistare i chewingum, mentre tanti sono perplessi davanti alla bottiglia di vino”. “In molti sono incerti anche davanti ad una etichetta da 6-7 euro. Di contro, assistiamo al boom degli “energy drink” (+15% nel 2009): una lattina da 225 ml, al supermercato, costa circa 1,50 euro. Il che vuol dire che al litro, per quella bevanda prodotta in maniera industriale in milioni di litri, si spendono 6-7 euro. Se si passa all’acquisto nei bar, luogo d’elezione per il consumo di questo prodotto, la stessa lattina la ritroviamo a 2,80-3 euro (oltre 12 euro al litro). Eppure, soprattutto i più giovani, la considerano meno costosa di un buon vino”. Secondo la ricerca “se sembra costosa una bottiglia da 10-11 euro, deve sembrare davvero più economico farsi un piatto di insalata di “quarta gamma”, pronta da condire e mangiare appena tirata fuori dalla busta (consumi cresciuti dell’11% nel 2009): quasi 2 euro per 150 grammi, ovvero 13 euro al chilo, contro l’1,70 euro della classica insalata da lavare, tagliare, preparare”.

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