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AGRICOLTURA - BIODIVERSITÀ A RISCHIO: SERVONO PRATICHE ECOCOMPATIBILI LE INDICAZIONI NELLA STRATEGIA NAZIONALE MESSA A PUNTO DAL MINISTRO DELL’AMBIENTE STEFANIA PRESTIGIACOMO

L’agricoltura nonostante sia un importante ricettacolo di biodiversità, sia di specie domestiche sia selvatiche, sia coltivate che allevate, tuttavia, rimane il più importante fattore di erosione genetica, di perdita di specie e conversione di habitat naturali. A fronte di questo presupposto, basato sul Millennium Ecosystem Assessment (Valutazione degli Ecosistemi del Millennio), la strategia nazionale per la Biodiversità, presentata di recente dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, suggerisce alcune linee di intervento per fare in modo di progettare politiche agricole ecocompatibili per la gestione e la conservazione della biodiversità.

Un obiettivo di salvaguardia ambientale cui è orientata la stessa Politica Agricola Comunitaria (Pac). Il dossier quindi, dopo aver esaminato le criticità del settore agricolo su questo tema individuato alcuni obiettivi principali cui tendere, come ad esempio, favorire la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità agricola, nonchè la tutela e la diffusione di sistemi agricoli e forestali ad alto valore naturale; mantenere e recuperare i servizi ecosistemici dell’ambiente agricolo, con particolare riguardo all’impatto di prodotti chimici, alla perdita di suolo all’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua;promuovere il presidio del territorio (in particolare in aree marginali) attraverso politiche integrate che favoriscano l’agricoltura sostenibile con benefici per la biodiversità, per il mantenimento degli equilibri idrogeologici e dei nutrienti, evitando l’abbandono e la marginalizzazione delle aree agricole. E ancora promuovere la tutela e la valorizzazione di specie locali e autoctone, promuovere l’uso delle terre in base alla loro attitudine e favorire o’a tutela e la valorizzazione di specie locali e autoctone e infine favorire il mantenimento degli ecosistemi e del paesaggio rurale attraverso una gestione mirata dei terreni agricoli allo scopo di creare una sorta di “infrastruttura verde”.

Dopo gli obiettivi, le linee guida individuano anche le priorità per il raggiungimento degli stessi. Innanzi tutto, promuovere la diffusione di pratiche agricole finalizzate alla riduzione della perdita della biodiversità, con particolare riferimento alla biologia delle specie (alimentazione, riproduzione, migrazioni) e alla distruzione di habitat agricoli; promuovere pratiche agricole eco-compatibili, in particolare quelle dell’agricoltura biologica, finalizzate alla riduzione dei rilasci di inquinamento nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee e in atmosfera, e all’aumento della sostanza organica e della capacità di assorbimento della Co2 dei suoli agrari.

Inoltre, secondo la Strategia Nazionale, occorre promuovere pratiche volte ad una diversificazione delle produzioni, azioni volte alla commercializzazione di sostanze chimiche meno pericolose e ad un loro uso sostenibile per la riduzione del rischio eco-tossicologico ad esse legato.

Ed ancora, azioni volte alla tutela del paesaggio rurale e dei suoi elementi distintivi anche attraverso l’aumento della naturalità diffusa e poi azioni volte a ridurre, in particolare nelle aree ecologicamente più vulnerabili, i fenomeni di intensificazione e specializzazione delle pratiche agricole. Importante anche l’indicazione di interventi per la protezione del suolo attraverso l’adozione di sistemi di produzione agricola che prevengano il degrado fisico, chimico e biologico del suolo e delle acque. Azioni volte al recupero di tecniche di difesa e conservazione del suolo e delle acque. Così come interventi di ingegneria naturalistica e di rinaturalizzazione. Oltre che alla diffusione di avvicendamenti e rotazioni di tutte le pratiche agronomiche e di gestione delle colture più conservative. La modificazione o il mantenimento dell’uso del suolo, l’avvio di un programma nazionale di monitoraggio della biodiversità del suolo e infine attività che favoriscano la protezione delle popolazioni esistenti di insetti pronubi e il ripopolamento o la reintroduzione delle popolazioni minacciate o scomparse.

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