L’agricoltura a “km zero” non è “la soluzione ai gravi problemi dell’agricoltura italiana” ma anzi potrebbe innescare “un processo protezionistico” negativo per il nostro sistema alimentare, “fortemente vocato all’esportazione”. E’ il commento del presidente della Confederazione Italiana Agricoltura - Cia, Giuseppe Politi, alla notizia annunciata dal Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, secondo la quale il Governo dovrebbe varare il 22 gennaio un decreto legge sul “cibo a km zero”.
Secondo Politi, “invece di pensare a disegni legge sul cibo a km 0” sarebbe opportuno predisporre da subito interventi che permettano alle imprese di abbattere i pesanti costi produttivi, contributivi e burocratici, di risolvere il problema del crollo dei prezzi praticati sui campi e di ridare vigore ai redditi agricoli”, oltre che vigilare sul “funzionamento delle filiere”.
Il presidente Cia ha poi concluso ricordando come “la vendita diretta debba essere concepita come uno strumento in più per integrare il reddito delle imprese”, mentre la strada maestra per rilanciare il settore sia l’interprofessione: organizzazioni economiche e relazioni interprofessionali.
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