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AGRICOLTURA & VITICOLTURA: GLI OGM ... SECONDO FABRIZIA PRATESI, RESPONSABILE "CAMPAGNA OGM" DEI VERDI

“Quando si citano gli Ogm (Organismi Geneticamente Manipolati), ed in particolare le piante transgeniche in agricoltura, si parla di una posizione favorevole degli Stati Uniti e contraria dell’Europa. Ma se la diffusione degli Ogm è stata inizialmente molto facile negli Stati Uniti è perché è stata autorizzata dal FDA (Food and Drug Administration, organo di controllo americano) senza i dovuti controlli (il FDA è oggi sotto inchiesta per avere in questa occasione disatteso gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati) e, soprattutto, perché l’informazione non è stata data ai consumatori, né con etichette, né in altro modo. Il “principio di sostanziale equivalenza” (dei prodotti modificati con i prodotti naturali), invocato allora dal FDA è oggi contestato da numerosi gruppi di scienziati, che vedono nella diffusione di Ogm gravi minacce per la salute e per l’ambiente (vedi ad esempio l’appello della “Union of Concerned Scientists”, che chiede una moratoria).

La forte polemica che si è accesa in Europa, grazie al paziente lavoro di informazione delle Organizzazioni Non Governative, preoccupate di tutelare la salute, l’ambiente ed i diritti umani, si è estesa ormai in tutti i continenti, nessuno escluso; anche negli Usa un forte movimento di opposizione agli Ogm, in contrasto con la posizione ufficiale del governo (di sostegno alle industrie biotech), ha visto grandi catene di distribuzione alimentari opporsi agli Ogm ed è stato causa (insieme alle mancate esportazioni dell’anno scorso) di una riconversione del 20% dei campi transgenici al tradizionale: infatti, le multinazionali proprietarie dei brevetti sulle piante transgeniche stanno traversando una crisi gravissima, tamponata con fusioni, “spin-off” ed altro, per salvare il settore farmaceutico, dove le applicazioni delle manipolazioni genetiche non sono contestate (salvo che nel caso di modifiche introdotte negli animali) in quanto se operate su cellule e microrganismi, in ambiente confinato, non comportano certo gli stessi rischi.

Ma per quale ragione dovremmo consumare cibo trasgenico? Chi detiene i brevetti sulle piante “modificate” (nel patrimonio genetico delle quali sono stati introdotti geni di organismi estranei, prelevati anche da batteri o da animali) dichiara che esse consentiranno, grazie ad un aumento di produzione, di risolvere il problema della “fame nel mondo”, che ridurranno l’uso in agricoltura di sostanze chimiche nocive. Ma studi scientifici e statistici recenti, fatti proprio negli Usa, hanno rivelato che le colture transgeniche:

- hanno una minore e non maggiore produttività ( per non citare il fatto che, come dice la stessa FAO, la fame nel mondo non deriva da una carenza di produzione, ma da quella di denaro dei paesi poveri, costretti ad esportare le loro produzioni);

- oltre ad imporre il pagamento annuale dei brevetti (il brevetto sulla materia vivente copre tutta la discendenza ed il contadino non ha il diritto di riseminare il suo raccolto), ed oltre ad appiattire la preziosa biodiversità (unica ricchezza dei paesi poveri), sono le più costose esistenti: esse potranno solo aumentare la fame ed il divario tra Nord e Sud del mondo.

A queste considerazioni si aggiungono i possibili danni, ancora largamente ignoti, che le colture transegniche recheranno all’ambiente, dove potranno essere sconvolti equilibri naturali creatisi nei millenni ed alla salute umana (sulla quale numerosi effetti nocivi, quali allergie e resistenza gli antibiotici sono già stati riscontrati).

I cibi transgenici ci vengono proposti per una sola regione: la manipolazione genetica nelle piante consente (in America e Giappone; ed anche in Europa, se venisse approvata la direttiva 98/44 impugnata da Olanda, Italia, Norvegia) di brevettare i prodotti di queste manipolazioni, dunque di avere il possesso della produzione agricola. Le colture tradizionali non possono essere brevettate e non consentono questo processo. Le industrie biotech, acquistando le industrie cementiere in tutto il mondo, cercano di metter fuori uso queste ultime per forzare sul mercato globale gli unici vegetali che consentono loro di avere il controllo della catena alimentare di tutto il mondo: quelli transgenici, quelli brevettabili (con brevetti che vengono riscossi ogni anno). Per raggiungere una vera sicurezza alimentare dobbiamo in primo luogo batterci contro i brevetti su piante ed animali, contro la privatizzazione di quanto è sempre stato e deve rimanere patrimonio comune di tutta l’umanità:la materia vivente del pianeta”.

Fabrizia Pratesi, responsabile “Campagna Ogm” dei Verdi

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