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AGRICOLTURA, POLITICA, IMPRESA

“Agroalimentare strategico per la ricostruzione sociale ed economica del Paese annunciata da Draghi”

Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura: “servono investimenti, ma prima di tutto serve un progetto e una visione strategica”
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Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti

“Il settore agroalimentare può dare un solido contributo alla ricostruzione sociale ed economica che è al centro del programma presentato al Parlamento dal presidente del Consiglio Draghi”: così Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura, la più importante organizzazione delle imprese agricole italiane, dopo l’annuncio delle linee programmatiche del nuovo Governo, illustrate ieri dal premier incaricato al Senato della Repubblica, dove ha incassato la fiducia, mentre è atteso, per questa sera, il voto alla Camera dei Deputati. “La ripresa economica e la creazione di nuovi posti di lavoro possono accelerare con il rilancio della produzione agricola e dell’attività di trasformazione e commercializzazione dei nostri prodotti - sottolinea Giansanti - servono investimenti, ma prima di tutto serve un progetto ed una visione strategica”.

Nel processo di transizione ecologica, sottolinea Giansanti, l’agricoltura ha un ruolo importante, ma in una dimensione globale. Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale è una priorità. “Ed a riguardo, come Confagricoltura, lanciamo al nuovo Governo la proposta di un’iniziativa, da realizzare durante la presidenza italiana del G20, per discutere sul legame tra sostenibilità ambientale, protezione delle risorse naturali e ruolo delle innovazioni tecnologiche”.

Un altro passaggio importante e fortemente innovativo del discorso di Draghi, ad avviso di Confagricoltura, è quello relativo alla protezione delle attività economiche che non possono essere tutte sostenute in modo indifferenziato. “Ci auguriamo - evidenzia Giansanti - che sia il primo passo verso una concentrazione degli incentivi e degli investimenti sulle imprese che hanno un futuro, perché producono per il mercato, danno lavoro e sono aperte alle innovazioni”.
Infine, la formazione: “ho particolarmente apprezzato l’attenzione che il premier intende riservare agli Istituti tecnici superiori nel quadro dei percorsi scolastici e formativi. Come già si verifica in altri paesi europei, gli Istituti possono essere un punto di riferimento per il crescente interesse dei giovani nei confronti del mondo agricolo”. D’altronde, il comparto agroalimentare italiano è l’unico, insieme a quello farmaceutico, ad essere cresciuto nelle esportazioni nel 2020, nonostante la pandemia, con il record in valore di 46,1 miliardi di euro (+1,8% sul 2019). Impensabile, per la ripartenza del Paese, non tenerne conto come settore strategico e fondamentale.

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