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ALCOL & GIOVANI – I GIOVANI NE PARLANO IN FAMIGLIA E CHIEDONO PIÙ CONTROLLI. ECCO COSA DICE UNA RICERCA OSSERVATORIO-DOXA: “I RAGAZZI RITENGONO DI ESSERE INFORMATI”

Genitori che parlano con i figli sui rischi dell’abuso di alcool, fiducia reciproca tra genitori e ragazzi in materia, informazione elevata in famiglia e consapevolezza (vera o presunta) dei rischi derivanti dall’abuso di sostanze alcoliche: è un quadro, per certi versi rassicurante, quello che emerge da uno studio effettuato dall’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcool, in collaborazione con la Doxa, che ha realizzato una ricerca per analizzare comportamenti e relazioni tra genitori, figli e bevande alcoliche.

I genitori si dicono informati sul modo in cui i propri figli trascorrono il tempo libero e spesso parlano con loro sui rischi dell’abuso di alcool (68,9%). E i figli credono di comportarsi come si aspettano i genitori. Sulle informazioni sui rischi di un uso eccessivo di alcolici, l’81% dei ragazzi pensa di avere tutte le conoscenze necessarie, mentre il 14% ha già avuto informazioni, ma su alcuni aspetti non sa nulla; per 4% è un argomento che non li riguarda e solo l’1% afferma di saperne molto poco.

Ma quali sono gli effetti dell’abuso di alcool che i giovani considerano più gravi? Per il 57,6% guidare dopo aver bevuto alcolici, per il 35,8% consumare alcool insieme a farmaci e droghe, per il 25% la vendita di alcool ai minori di 16 anni, per il 19,9% la violenza fisica scatenata dall’alcool, per il 12% il consumo di alcool da parte di donne incinte.

Le proposte dei giovani per ridurre gli incidenti provocati da guidatori sotto l’effetto di alcool o droghe sono imperniate sulla severità: il 46% propone di aumentare i controlli della polizia sulle strade e vicino ai locali, il 45% vorrebbe punire severamente chi guida dopo aver assunto alcool o droga, per il 32% bisognerebbe inasprire le pene, mentre il 19% vorrebbe aumentare i divieti di vendita nelle situazioni a rischio.

Sembra emergere tra i ragazzi un aumento contenuto dei consumatori di birra, un aumento più alto per i consumatori di bevande a media gradazione e superalcolici, mentre rimangono stabili i consumatori di vino. Le percentuali di consumatori regolari, cioè almeno una volta a settimana, sono molto più alte fra i maschi che fra le femmine, con l’eccezione degli aperitivi, dove le differenze si riducono sensibilmente, forse perchè si tratta di bevande consumate principalmente nelle stesse occasioni. Anche gli episodi di eccedenza (bere fino a sentirsi un po’ brilli) e di ubriachezza sono in crescita, con una riduzione parziale della tradizionale differenza fra maschi e femmine e risultano più frequenti nell’Italia Settentrionale e Centrale, rispetto al Sud.


La proposta - Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio: “elevare età primo bicchiere fra giovani”

Fare in modo che i giovani arrivino più tardi possibile a toccare l’alcol. Superando il primato italiano in questo campo che vede i nostri ragazzi avvicinarsi al bicchiere prima dei coetanei europei, a 12 anni contro 14, nonostante la percentuale di giovani bevitori sia più bassa nel nostro Paese rispetto agli altri: 12% contro 27%. È uno degli obiettivi del governo nella lotta all’abuso di bevande alcoliche, come ha spiegato - in un incontro a Roma organizzato dall’Osservatorio Permanente dei Giovani e Alcol - il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, sottolineando che per potenziare l’azione del governo il ministero del Welfare accorperà i due piani di prevenzione che si occupano del settore, quello sugli stili di vita “Guadagnare salute” e il Piano nazionale alcol.

“Avremo così un unico strumento per contrastare l’abuso e rafforzare l’informazione sul tema” ha detto Fazio. Secondo il sottosegretario infatti è indispensabile “evitare che i giovani sino a 15-16 anni tocchino l’alcol, anche perchè il loro organismo non è in grado di metabolizzarlo”. Ecco perchè tra gli obiettivi principali del ministero c’è quello di ritardare l’età del primo approccio al bicchiere. Ma si punta anche a contenere i comportamenti a rischio, come le ubriacature del sabato sera, e ridurre in generale il consumo tra i giovani. Fazio ha sottolineato che si punta molto sulle informazioni non solo ai giovani nelle scuole, ma anche alle famiglie e agli operatori che si occupano della distribuzione dell’alcol. “Su questo argomento - ha assicurato Fazio - c’è attenzione da parte del governo”.

Il sottosegretario ha ricordato l’importanza di favorire i comportamenti sani della famiglia e un buon rapporto genitori-figli. “È questo il cardine principale su cui si basa un comportamento sano. I genitori che hanno costruito nel tempo un rapporto corretto e di ascolto saranno più credibili quando indicano dei pericoli”. Ma importante è anche l’esempio. “Stili di vita corretti in famiglia sono più facilmente seguiti dai figli”.

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