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ALIMENTARE: AL VIA LA LEGGE PER LE PRODUZIONI TIPICHE. E' IL SECONDO COMPARTO MA NON C'E' LA LEGGE DI REGOLAMENTAZIONE

L'agroalimentare italiano è il secondo comparto dopo il metalmeccanico eppure non c' è stata mai alcuna legge specifica per regolare e "sostenere" un settore che vede l'Italia svettare in Europa con 150 denominazioni registrate (21% del totale) con un valore al consumo stimato in 8,7 miliardi di euro e una forte incidenza di export che si attesta al 18% delle quantità certificate. La Commissione Agricoltura del Senato ha iniziato l'esame del ddl sul "patrimonio agroalimentare tradizionale", che è stato presentato da Loredana De Petris (Verdi), dopo una lunga consultazione che ha visto coinvolte le organizzazioni agricole, dei consumatori e dei consorzi di produzione. Un comparto che, con un valore al consumo stimato nel 2005 a 6 miliardi di euro, dei quali 1,5 sono destinati all'export e che oggi è suddiviso in tre diverse tipologie.
Prodotti a Denominazione Geografica Protetta (Dop e Igp)
L'Italia detiene il primato in Europa con oltre 150 denominazioni protette. La denominazione obbliga a rispettare uno specifico disciplinare e ad affidare i controlli ad un ente terzo, consentendo l'utilizzo in etichetta di uno specifico marchio. Vi sono due categorie: Dop (prodotti per i quali sia le materie prime che la loro lavorazione avviene in un territorio delimitato e specifico) e gli Igp (le materie prime possono anche provenire dall' esterno). Nel totale dei prodotti a denominazione geografica prevalgono gli ortofrutticoli (43), seguiti dagli olii extravergine (37), dai formaggi (32) e dai derivati della carne (28).
Prodotti Tradizionali (Pat)
In attuazione di un decreto del ministero è stato avviato, in collaborazione con le regioni, il censimento dei "prodotti agroalimentari tradizionali", così definiti quando il metodo di lavorazione risulta "fermo" da almeno 25 anni. L'ultimo elenco, pubblicato a luglio, identifica 4.255 prodotti. In testa la Toscana (451), seguita dal Piemonte (369), dal Veneto (366), dal Lazio (340) ... . Una straordinaria rassegna della biodiversità italiana che comprende paste fresche e prodotti da forno (1.252), vegetali naturali o trasformati (1.193), carni fresche e lavorate (716), formaggi (456), bevande e liquori (146) ... .
Presidi Slow Food
I presidi nascono dall'attività dell'associazione per salvare le piccole produzioni eccellenti che rischiano di scomparire. Sono 200 in tutta Italia e riuniscono i produttori in associazioni e consorzi per definire disciplinari rigorosi e facilitare gli sbocchi di mercato. L'attività dei presidi è sostenuta e coordinata dalla "Fondazione Slow Food per la biodiversita onlus".
Il disegno di legge prevede il finanziamento con cento milioni di euro all'anno, per tre anni, di piani regionali di intervento rivolti a conservare le risorse genetiche autoctone, proteggere le aree in cui sono insediate le produzioni tradizionali, individuare o sostenere presidi per la protezione di prodotti a rischio di sparizione, promuovere interventi per lo sviluppo del mercato, rafforzare la formazione professionale relativa alle metodiche tradizionali di lavorazione, informare adeguatamente i consumatori su prodotti e marchi. E' prevista la possibilità per i comuni, le province e le comunità montane, di promuovere ed assumere partecipazioni nei consorzi abilitati ad inoltrare le domande di registrazione delle dop e igp e l'istituzione del nuovo marchio "prodotto alimentare tradizionale" finalizzato a valorizzare le produzioni agroalimentari di eccellenza.
Il ddl prevede inoltre il credito di imposta con l'abbattimento, a favore delle imprese e dei consorzi, degli oneri necessari alla certificazione di qualità del prodotto ed alla registrazione, al di fuori della Ue, della denominazione da proteggere e ciò contro il rischio della contraffazione. In questo "arcipelago dei sapori" molti sono i prodotti che hanno una storia alle spalle che affonda nelle tradizioni più lontane, per esempio la Cecina, una torta schiacciata e salata che si ottiene impastando farina di ceci con acqua, sale ed olio; il caciofiore, della campagna romana, la cui ricetta risale all'epoca dell'antica Roma. Di fatto è un antenato del pecorino romano; il formaggio imbriago, prodotto veneto che si ottiene con l'immersione, al massimo per 30 giorni, di alcuni formaggi tipici del Trevigiano in vinacce da uve rosse o bianche.

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