Allarme Millenials: i giovani consumatori, che poi rappresentano il futuro stesso del vino, sono sempre più distanti dal mondo di Bacco, ammaliati da altre categorie, capaci forse di comprenderne meglio gusti ed inclinazioni, come birra e superalcolici. Lo rivela “Carpe Vinum”, uno studio di “Wine Intelligence”, commissionato dalla London Wine Fair, che tornerà nella capitale britannica dal 2 al 4 giugno.
“Il vino ha una grande opportunità di conquistare la prossima generazione di consumatori della Gran Bretagna - spiega Richard Halstead, chief operating officer di “Wine Intelligence” - che amano semplicità, belle storie e l’opportunità di imparare ed esplorare. Purtroppo, c’è grande competizione con atre categorie di bevande che stanno facendo un lavoro migliore, in questo senso, di quello del vino: secondo i nostri risultati, infatti, stiamo perdendo contatto con i consumatori del futuro”.
Un’eventualità che il mondo del vino non può proprio permettersi, perché la fascia d’età 18-25 anni rappresenta il 25% dei consumatori di vino, per cui i brand enoici devono necessariamente mantenere alta l’attenzione e l’interesse. Come, del resto, molti produttori Usa stanno facendo, cambiando l’approccio sia produttivo che di branding e marketing, proprio per attirare la “Generazione Y”, la più promettente degli ultimi decenni, ma anche la più volubile e sensibile, sia agli stimoli della società che dei social media.
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