I segreti nascosti nei vecchi vigneti del territorio, dove affondano le radici i “Patriarchi” dell’Aglianico, ceppi di vite di oltre 250 anni, “progenitori” del vitigno irpino tra i più importanti d’Italia, scoperti da un progetto di ricerca sulla viticoltura antica che ha messo insieme l’Università di Milano e quella di Napoli. Ecco il leit motive dell’appuntamento nella cantina Feudi di San Gregorio (www.feudi.it), una delle realtà più importanti della viticoltura campana, il 18 e 19 novembre. A presentare i risultati della ricerca due “Ciceroni” d’eccezione: il professor Attilio Scienza, docente di viticoltura dell’Università di Milano, e il professor Luigi Moio dell’Università di Napoli, che illustreranno le tappe del percorso del “Centro Interdipartimentale di Ricerca per l’Innovazione in Viticoltura ed Enologia” dell’Università di Milano per la salvaguardia e la valorizzazione dei vitigni antichi italiani, concentrandosi in particolare proprio sull’Aglianico. Un progetto che non vuole essere solo un semplice esempio di speculazione erudita, ma che mira a migliorare la qualità dell’Aglianico di oggi conoscendone sempre più a fondo le origini antiche, le evoluzioni genetiche e colturali.
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