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AMBIENTE: L’UNIONE EUROPEA VARA LE NUOVE NORME PER PESTICIDI PIU’ SOSTENIBILI (FONTE ASCA)

Approvando con 624 voti favorevoli, 13 contrari e 10 astensioni il maxi-emendamento di compromesso negoziato col Consiglio dalla relatrice Christa Klass (Ppe/De, De), il Parlamento dell’Unione Europea ha adottato una direttiva che istituisce un quadro per realizzare un uso sostenibile dei pesticidi riducendone i rischi e gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente e promuovendo l’uso della difesa integrata e di approcci o tecniche alternativi, quali le alternative non chimiche ai pesticidi. Il provvedimento dovrà essere applicato due anni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (inizio 2011).

La direttiva chiede agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie per incentivare una difesa fitosanitaria a basso apporto di pesticidi, privilegiando ogni qualvolta possibile i metodi non chimici, affinchè gli utilizzatori professionali di pesticidi adottino le pratiche o i prodotti che presentano il minor rischio per la salute umana e l’ambiente tra tutti quelli disponibili per lo stesso scopo. E’ anche precisato che la difesa fitosanitaria a basso apporto di pesticidi include sia la difesa integrata sia l’agricoltura biologica. Un allegato inoltre, illustra nel dettaglio come dovrebbero essere perseguite o favorite la prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi: rotazione colturale, utilizzo di tecniche colturali (quali la falsa semina), l’utilizzo di “cultivar” resistenti/tolleranti e di sementi e materiale di moltiplicazione standard/certificati, l’utilizzo di pratiche equilibrate di fertilizzazione, calcitazione e di irrigazione/drenaggio e la protezione e accrescimento di popolazioni di importanti organismi utili.

Entro 5 anni dall’entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri dovranno adottare piani d’azione nazionali per definire i propri obiettivi quantitativi, le misure e i tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dell’utilizzo dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente e per incoraggiare lo sviluppo e l’introduzione della difesa integrata e di approcci o tecniche alternativi “al fine di ridurre la dipendenza dall’utilizzo di pesticidi”. Questi obiettivi possono riguardare diversi settori, ad esempio la protezione dei lavoratori, la tutela dell’ambiente, i residui, l’uso di tecniche specifiche o l’impiego in colture specifiche. E’ poi precisato che nelle fasi di redazione e di revisione dei rispettivi piani d’azione nazionali, gli Stati membri dovranno tenere conto dell’impatto sanitario, sociale, economico e ambientale delle misure previste, delle specifiche condizioni a livello nazionale, regionale e locale, nonché dei gruppi di diretti interessati. La direttiva impone poi agli Stati membri di assicurare che l’uso di pesticidi sia ridotto al minimo o vietato in aree specifiche, quali parchi, giardini pubblici, campi sportivi e aree ricreative, cortili delle scuole e parchi gioco nonché in prossimità di aree in cui sono ubicate strutture sanitarie o le aree protette. Dovranno, inoltre, essere adottate adeguate misure di gestione del rischio, prendendo in considerazione, in primo luogo, l’uso di prodotti fitosanitari a basso rischio, nonchè misure di controllo biologico. La direttiva chiede poi agli Stati membri di assicurare l’adozione di misure appropriate per tutelare l’ambiente acquatico e le fonti di approvvigionamento di acqua potabile dall’impatto dei pesticidi. Tra queste, figura la creazione di “zone cuscinetto” e la riduzione, per quanto possibile, o l’eliminazione dell’applicazione dei pesticidi sulle o lungo le strade, le linee ferroviarie in prossimità di acque superficiali o sotterranee.

La nuova normativa sugli agrofarmaci è “inutilmente penalizzante perchè impedisce l’utilizzo di prodotti fitosanitari usati da sempre e in sicurezza in agricoltura”. E’ la denuncia di Agrofarma, associazione nazionale delle imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, che interviene così sull’approvazione dal Parlamento Europeo della revisione della Direttiva 91/414.

“Il mancato impiego di questi prodotti - osserva l’associazione - causerà sostanziose perdite di raccolti, Nomisma nel suo XI Rapporto sull’Agricoltura stima perdite per gli agricoltori dal 25% fino al 100%”. Agrofarma aggiunge che il calo della produzione agricola italiana favorirà l’importazione di prodotti agricoli extra europei “che non garantiscono gli stessi standard di sicurezza e qualità”. L’associazione critica anche la nuova classificazione delle sostanze “fatta a priori”, e sottolinea che “la pericolosità delle sostanze deve essere valutata non in astratto, ma sulla base del livello massimo che può essere eventualmente ingerita assieme ai prodotti agricoli consumati nel corso della dieta”. Tra l’altro, conclude Agrofarma, gli ultimi dati del Ministero della Salute confermano che in Italia la situazione è molto positiva. L’86,4% degli ortaggi e il 55,2% della frutta sono totalmente privi di residui, mentre il 12,9% ed il 43,6% ne presenta sotto il limite di pericolosità.

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