Il vino italiano nei mercati esteri trova sempre più estimatori ed i “bollettini” dell’export lo confermano senza battute di arresto. Accanto ai mercati “storici” come Usa e Germania, continua la crescita in Paesi dove la passione per uno prodotti più importanti del made in Italy è tanta. Come il Giappone dove la vendita dei vini italiani hanno registrato una crescita in volume del 28,6% nel 2022, attestandosi a 200 milioni di euro (dato Ismea). Un successo trainato in particolare da una crescente richiesta da parte del mercato nipponico di vini “sostenibili”, siano essi biologici oppure con packaging leggeri e facilmente riciclabili. È l’analisi dell’Alleanza Cooperative Agroalimentare (a cui aderiscono 379 cantine con oltre 110.000 soci, una produzione pari al 58% del vino italiano) a seguito di una rilevazione interna con le sue associate particolarmente impegnate nella vendita sui mercati esteri.
L’incremento a due cifre delle vendite di vino è dovuto in particolar modo alla fine delle chiusure dovute alla pandemia. Finalmente le persone hanno iniziato a consumare di più, uscire di casa e riscoprire la socialità. Sono state riaperte le frontiere: prima il Giappone era chiuso all’ingresso degli stranieri, oggi invece c’è un forte aumento di visitatori in un paese dalla grande vocazione turistica.
Ma la novità più importante che emerge dalle rilevazioni fatte dalle cantine di Alleanza è la grande richiesta di vini biologici e di vini sostenibili con un packaging leggero. I giapponesi apprezzano il vino in lattina e in particolare il vino in tetrapak in confezioni da mezzo litro, materiale al quale guardano molto positivamente perché si tratta di un materiale facilmente riciclabile. Nel Paese dei crisantemi è molto importante un concetto di sostenibilità piena. La preferenza per il packaging da mezzo litro è anche dovuta al fatto che scegliere vino nelle classiche bottiglie di vetro sia assai più costoso, perché in Giappone le procedure di smaltimento dei rifiuti sono molto rigorose e il cittadino deve corrispondere un contributo a seconda del peso dei propri sacchetti di rifiuti. Dal momento che il tetrapak è compostabile e occupa pochissimo spazio, il problema si risolve con tre “e”: in modo ecologico, economico ed elegante, offrendo prodotti di qualità in confezioni dall’aspetto degno della loro storia.
Da una recente indagine sul grado di internazionalizzazione delle cooperative vitivinicole realizzata da Ismea per Alleanza Cooperative, il fatturato generato dall’export delle cantine aderenti tra il 2010 e il 2022 ha registrato una crescita del 130%, con un trend superiore all’andamento delle esportazioni nazionali di vino che nello stesso periodo sono cresciute del 101%.
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