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VINO E TERRITORIO

Anche Barolo dice stop per tre anni a nuovi vigneti, “a tutela della Denominazione e paesaggio”

Il presidente del Consorzio, Matteo Ascheri: “non è misura anticrisi, ma bisogna essere previdenti. Percorso in linea con la promozione della qualità”
BAROLO, Consorzio del Barolo, MATTEO ASCHERI, VIGNETI, Italia
Barolo: per tre anni stop a nuovi vigneti della denominazione n. 1 delle Langhe

Anche il Barolo, territorio in cui le quotazioni dei vigneti sono le più alte d’Italia così come il valore del vino, dice stop a nuovi vigneti per i prossimi tre anni: ad annunciarlo il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, guidato da Matteo Ascheri. Che specifica come non si tratti di uno misura “anticrisi”: “la situazione attuale dei mercati non è critica ma importante essere previdenti davanti alla contrazione delle esportazioni verso alcuni Paesi come il Regno Unito e la Germania, e a fronte di una produzione che negli anni è incrementata. Il modo più semplice per contenere il problema è intervenire sugli ettari vitati”, ha dichiarato Ascheri.

La richiesta per l’attuazione della misura, come prevede la normativa, sarà presentata alla Regione Piemonte nei prossimi giorni. Il sistema degli impianti di Barolo, spiega il Consorzio, era peraltro era già contingentato: “dal 2011 era già in vigore un bando regionale che prevedeva un numero massimo di ettari ogni anno. Lo stop di tre anni permetterà da un lato di tutelare un paesaggio sempre maggiormente interconnesso con la viticoltura, e dall’altro di dare ai mercati la possibilità di calibrarsi sull’aumentata produzione di Barolo degli ultimi anni”.
“Il blocco triennale dei nuovi vigneti di Barolo”, ha concluso Ascheri, “è peraltro in linea con l’obiettivo del Consorzio di innalzare il livello qualitativo di consumo di questo vino, perseguito anche attraverso le attività di promozione all’estero: in ultima analisi, è uno strumento di promozione della qualità attraverso il controllo della quantità”.
Una notizia significativa, in ogni caso, che arriva dopo quella di misure identiche adottate nelle settimane scorse da Consorzi di Denominazioni come la Valpolicella, il Lugana o la Doc delle Venezie (Pinot Grigio).

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