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Anche Christie's può sbagliare

Italia
La sede di Christie's a Londra

Anche Christie’s sbaglia. Un errore lungo sei mesi, un errore che è il sogno di ogni collezionista di vino. Come lo è stato per un giovane uomo d’affari romano, Francesco Marini Clarelli. Durante un’asta si era assicurato poco prima di Natale, a Londra, due campioni di Chateau d’Yquem del 1904. Sin qui tutto in regola. Irregolare invece l’arrivo e la consegna: una sola bottiglia e per di più del 1784, annata straordinaria del Sauternes bianco, dolce e raro. Valore battuto da Christie’s, trecento milioni. Il gentile signore senza scomporsi troppo si è accorto della gaffe della casa d’aste soltanto molto tempo dopo, tanto più che i campioni acquistati erano finiti in cantina in attesa di essere degustati. Non c’era dunque fretta. Cosa peraltro che ha scatenato gli uomini di Christie’s in una corsa per recuperare la preziosa bottiglia di cui si dice ne esistano al mondo soltanto due esemplari. Flaconi che secondo i collezionisti dovrebbero essere appartenuti al terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson, che era stato ambasciatore a Parigi proprio in quegli anni e, conosciuto il prestigioso Sauternes, se ne fece mandare 250 bottiglie in America. Una leggenda, che tuttavia è piaciuta un po’ meno al casuale possessore quando si è presentato un funzionario di Christie’s per il ritiro con tanto di scuse.

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