Anche gli ambientalisti di Greenpeace si danno alle guide gastronomiche. È nata infatti la “Guida ai consumi ittici” dell’associazione impegnata nella difesa dell’ambiente, che divide i pesci da non comperare (lista rossa) perchè vittime di pesca pirata o allevati con grandi costi ecologici, e quelli consigliati.
Questa sorta di “galateo” del mare, scoraggia tra gli altri l’acquisto di il tonno rosso, pesce spada, merluzzo importato e gamberoni tropicali d’acquacoltura, mentre vanno bene il pece azzurro (alici, sardine e sgombri), il tonno proveniente dalle tonnare fisse e le cozze (debitamente certificate per la stabulazione).
Date le condizioni della scarsa produzione ittica, al posto di una vera e propria “lista verde”, la guida di Greenpeace consiglia 4 regole da seguire per rendere il consumo di pesce più sostenibile: chiedere sempre informazioni sul prodotto, se proviene da strascico o pesca artigianale; evitare sempre pesce sotto taglia; per orate e spigole di acquacoltura, preferire i prodotti italiani, che costano di più ma la cui qualità è superiore, e con minori impatti ambientali, privilegiare il pesce azzuro.
“La prima regola è informarsi - conclude il responsabile della campagna Mare di Greenpeace, Alessando Giannì - i consumatori hanno il diritto-dovere, di sapere cosa comprano e a quali costi ambientali e sociali, perché con la loro pressione possono modificare i processi produttivi a favore della sostenibilità”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025