Quando in Francia l’avanguardia artistica si emancipò dalla figura del mecenate e del committente, nacque l’Impressionismo. Erano gli anni ’60 del XIX secolo, Manet, Monet, Pissarro, Renoir, Sisley, Cézanne rivoluzionarono il mondo della pittura, in un fermento tutto francese, o meglio, parigino. L’ebbrezza di quei cambiamenti travalicò presto le Alpi, per arrivare in Italia, influenzando non poco lo stile di due grandi nomi della fine del secolo: Pellizza da Volpedo e Giovanni Segantini, massimi (e quasi unici ...) esponenti del divisionismo, declinazione italica del “pointillisme” (una delle correnti dell’impressionismo).
Segantini, originario di Arco (Trento) e morto nel 1899, oltre alla pittura, amava molto il vino, e in particolare il Nebbiolo della Valtellina. Tanto che la nipote, Leykauf Segantini, nel 2012, ha pensato bene di scrivere ad una delle aziende leader del terroir lombardo, Triacca: “Mio nonno era Giovanni Segantini. Amava il vino della Valtellina e lo beveva sempre a tavola. Mi farebbe piacere se ci fosse un vino di Valtellina, con un bel quadro di Segantini sull’etichetta”.
L’idea colpisce ed emoziona immediatamente i vertici dell’azienda e, dopo pochi mesi, il progetto prende forma. Per prima cosa la scelta più delicata, quella del quadro, “Mezzogiorno sulle Alpi”, perfetto per proporzioni e soggetto, visto il suo carattere contadino, con la modella preferita dal pittore, Barbara, al pascolo con le pecore. Quindi la scelta del vino, che ricade su un Nebbiolo in purezza dai pendii della Tenuta La Gatta. Il risultato è un vino da collezione, per gli amanti del vino come per gli appassionati d’arte, il Valtellina Superiore Docg Giovanni Segantini.
Info: www.triacca.com
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025