L’Umbria, ed in particolare Montefalco, con l’ormai famoso Sagrantino, si conferma terra di grande interesse per gli imprenditori del vino: dopo Lungarotti, dalla vicina Torgiano, Cecchi, dalla Toscana, è l’ora di Livon (San Giovanni al Natisone, Udine), un’azienda vinicola da 1 milione di bottiglie di buona qualità (per il 90% in Friuli: il top è il “Braide Alte”: chardonnay, sauvignon, picolit, moscato giallo), prodotte nei tenimenti in Friuli Venezia Giulia (Livon e Tenuta RoncAlto, nel Collio, e Villa Chiopris, nelle Grave del Friuli) ed in Toscana (Borgo Salcetino, nel Chianti Classico), che ha comprato, di recente, 15 ettari a Montefalco (di cui 5 a Sagrantino).
“Abbiamo investito in Umbria a Montefalco - spiega Valneo Livon (che, insieme al fratello Tonino, conduce l’azienda friulana, creata dal padre Dorigo nel 1964, ma sviluppata soprattutto dal ’92 al ‘97) - perché è un territorio molto vocato. Ed il Sagrantino è un grandissimo vino e c’è grande richiesta sia in Italia ma soprattutto all’estero. E noi dovevamo allargare la gamma dei prodotti. Il debutto con il Sagrantino di Montefalco sarà con la vendemmia 2001. L’investimento a Montefalco sarà completato entro il 2003 (saranno infatti piantati altri 10 ettari di vigneto e restaurati poderi e cantina)”. Top secret sull’entità dell’investimento, ma “rumors” parlano di un investimento globale di 1,5-2 miliardi.
E, per un importante viticoltore che arriva dal Nord Est, un altro famoso “autoctono” di Montefalco dovrebbe nell’arco di poco tempo perfezionare l’acquisto di 60 ettari (solo un 10% a vigneto): si tratta di Marco Caprai, l’azienda che, di fatto e nel concreto, ha lanciato alla ribalta nazionale ed internazionale il Sagrantino, investendo importanti risorse economiche in innovazione agraria e tecnologica, ma sempre nel rispetto del terroir di Montefalco. Ma, su questo piccolo fazzoletto di terra umbra, sembrano aver messo gli occhi anche i fratelli Lunelli della trentina Cantina Ferrari, le “bollicine” italiane per eccellenza: “siamo - spiega Giampietro Comolli, responsabile delle relazioni esterne delle Cantine Ferrari - in una fase di sviluppo dell’azienda e quindi teniamo gli occhi ben aperti sul mercato. Siamo interessati a nuove iniziative imprenditoriali in prodotti di alto livello, dentro e fuori il vino (i Lunelli sono proprietari, oltre alle Cantine Ferrari, anche della grappa Segnana e delle acque minerali Surgiva, per 120 miliardi di fatturato; di recente, hanno manifestato, interesse, insieme ad altri famosi imprenditori, per l’Ente Tabacchi Italiano, ndr). Ma il nostro interesse nel mondo del vino non è ancora localizzato, nel senso che non ci sono trattative in corso. Ma ripeto ci stiamo guardando intorno per completare la nostra gamma di prodotti …”
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