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ANSA

In periodo di crisi globale i grandi
fondi di investimento sono a caccia di asset nei territori
agricoli ed in particolare in settori, quale il vitivinicolo, in
grado di esprimere qualità e rendimento consolidati. Lo afferma
il sito www.winenews.it, riportando l’analisi di Edoardo
Narduzzi, specialista di wine economics e presidente di
Synchronya. “I grandi territori del vino sono - afferma Narduzzi - un
buon investimento alternativo, sempre. Soprattutto nei momenti
di crisi perché hanno una capacità di tenuta del valore
superiore agli altri asset”. Inoltre, in questo quadro
instabile, i territori vinicoli - prosegue Narduzzi - hanno
anche una redditività interessante perché “in periodi in cui
gli altri asset, quali azioni o bond, hanno tassi in
diminuzione, le obbligazioni tendono ad avere rendimenti pari a
zero se non addirittura negativi, i grandi territori del vino di
qualità esprimono, invece, un investimento immobiliare
alternativo che ha una redditività reale molto interessante”. Ma quali sono le ‘aziende tipo’ dei fondi? L’azienda
tipo ricercata dai fondi deve essere - prosegue ancora
Narduzzi - essenzialmente “medio grande ed avere la proprietà
del terreno da cui proviene la sua produzione vinicola, non può
cioé essere un’azienda di semplice commercializzazione di vino.
E, soprattutto, deve essere un brand riconosciuto nel settore,
quindi non un’azienda giovane né una ‘start up’ ma un’azienda
che negli ultimi decenni abbia saputo esprimere un marchio di
qualità”. Il primo e migliore mercato ad essere segnalato è il
Vecchio Continente, Italia e Francia, in testa. Italia che,
secondo Narduzzi, “forse ha anche un appeal in più sulla
Francia, soprattutto in alcuni territori italiani come la
Toscana”.

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