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ANSA

Vino: nel gotha etichette francesi 3 stili di business lusso ... Il gap tra prezzo di vendita dei vini
rinomati e quello reale di produzione è sottolineato da Jerôme
Baudouin nella sua inchiesta dal titolo “Il vero prezzo delle
grandi bottiglie”, pubblicata nel numero di febbraio della
“Revue du Vin de France” e analizzata dal sito italiano
www.winenews.it. Moët & Chandon sembra beneficiare dei volumi di
produzione del suo Dom Perignon, la Maison Moueix con la
commercializzazione in esclusiva di Petrus recupera il valore
della speculazione operata sui cru di Bordeaux. Al contrario,
malgrado un prezzo decisamente alto, Christophe Roumier del
Domaine Georges Roumier non approfitta completamente, in termini
economici, del successo del suo vino. Tre vini, commenta
WineNews, “tre logiche economiche decisamente opposte e che,
evidentemente, rappresentano una elite vitivinicola,
probabilmente unica al mondo”. Una bottiglia di Dom Perignon costa alla Moët & Chandon tra i
17,28 e i 22,28 euro, a fronte di un prezzo di vendita
consigliato in enoteca di 129,00 euro. Tolta la Tva (la nostra
Iva) e le tasse restano netti all’azienda di Epernay 38 euro a
bottiglia che moltiplicato per una produzione complessiva di
cinque milioni di pezzi, fa 190 milioni di euro. Altro caso, a
dir poco dal “solido profitto”, è quello di Petrus che esce
en primeur dalla cantina a 450 euro (tasse escluse). Prodotto in
30mila bottiglie l’anno, è un vero e proprio “diamante” per
la famiglia Moueix, proprietaria dello Château, che conti alla
mano spende per produrre una bottiglia di Petrus, come
confermato da Christian Moueix, circa 30 euro in totale; in più
risparmia i costi del “negociant” perché la famiglia ha
l’esclusiva per la commercializzazione di Petrus. Mentre il caso
di Roumier, il cui Musigny Grand Cru 2006 è prodotto in sole
450 bottiglie e costa in enoteca 1.500, può essere definito a
buon diritto il “prezzo della rarità”.

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