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Vino:Winenews, tradizione viticola risposta a global warming ... E se la tradizione viticola italiana fosse una risposta al global warming? Dai pareri di molti esperti, raccolti nel tempo ed elaborati da Winenews, il cambiamento climatico (e non solo) spinge verso una revisione profonda del “Vigneto Italia”. È proprio il global warming a rilanciare, secondo i pareri di diversi esperti messi insieme e rielaborati da Winenews, quanto meno, un ripensamento complessivo della viticoltura attuale del Bel Paese. Costituita per lo più su un modello qualitativo forte (sesti d’impianto stretti, numero di piante ad ettaro molto alto e rese di uva a pianta molto basse), questo tipo di approccio produttivo sembra non rispondere adeguatamente alle sollecitazioni climatiche, soprattutto quelle provenienti dal caldo che tendenzialmente sta aumentando in tutta la Penisola. Ecco che allora sesti d’impianto meno estremi, sistemi di allevamento tradizionali, rese d’uva un po’ aumentate e/o varietà tardive (certamente meno sensibili alla calura dei primi mesi estivi rispetto ai precoci come il Merlot) possono contribuire a fronteggiare il disequilibrio che caratterizza i vini di quasi l’intera prima decade del 21esimo secolo (grado alcolico elevato, acidità deboli, indebolimento aromatico). In questo senso, la tradizione viticola italiana (consapevole di dover impiantare vigneti in zone tendenzialmente mediterranee e non dal clima continentale) può rappresentare un buon indirizzo, certo modernizzata e aperta alle possibilità messe in campo dalla ricerca, senza però considerarsi un qualcosa di totalmente passato e di inutilizzabile.

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