Quattro stelle su cinque al millesimo 2018 del Nobile di Montepulciano, assegnate oggi dal Consorzio del Vino Nobile nella chiusura di Anteprima Nobile 2019, che ha visto per protagonista nel calice un’annata 2016 caratterizzata dalla grande interpretazione stilistica e complessità, e una Riserva 2015 che si conferma ben centrata, negli assaggi di WineNews.
L’annata 2016, una delle più interessanti dell’ultimo quinquennio in Toscana, ha espresso un livello qualitativo buono anche a Montepulciano, benché notoriamente la denominazione si esprima più intensamente quando le annate sono calde. Tuttavia, lo stile dei vini in generale ha saputo domare il tannino nervoso che contraddistingue i vini poliziani e ha messo in evidenza una buona/ottima declinazione del millesimo. L’interpretazione complessiva delle Riserva 2015 offerta dai produttori del Nobile di Montepulciano è stata sostanzialmente centrata, sia sul lato della piacevolezza aromatica e gustativa, con vini capaci anche di esibire livelli di complessità ragguardevoli, sia su quello della precisione stilistica, voce quest’ultimo che segna un buon trend migliorativo per l’intera denominazione.
Tra i nostri migliori assaggi, frutto scuro e intenso nel Nobile di Montepulciano 2016 di Dei, dalla progressione gustativa contrastata con la dolcezza solo leggermente più protagonista. Una sicurezza, manco a dirlo, il Nobile di Montepulciano 2016 di Poliziano, dai tratti olfattivi puliti e definiti e dal gusto morbido e ammiccante. SI conferma uno dei migliori il Nobile di Montepulciano 2016 firmato da Bindella, dal naso roccioso e dalla bocca slanciata, arcigna e suadente allo stesso tempo. Altrettanto ben riuscito il Nobile di Montepulciano Santa Caterina 2016 della Tenuta Trerose (Bertani Domains), dal naso finemente fruttato e dal gusto sapido e reattivo. Austero ma espressivo al contempo il Nobile di Montepulciano 2016 de Le Berne, dal naso floreale e dalla progressione lunga e sapida. Buona piacevolezza del sorso nel Nobile di Montepulciano 2016 de La Braccesca (Antinori) bell’esempio di vino moderno. Naso in via di assestamento ma di buona consistenza generale per il Nobile di Montepulciano Burberosso 2016 di Metinella che trova il suo punto di forza in un palato croccate e dinamico. Erbe di sottofondo su cenni speziati e balsamici per il Nobile di Montepulciano 2015 di Boscarelli, dalla bocca elegante e golosa. Succoso, contrastato e ritmato il Nobile di Montepulciano 2016 di Cantine De’ Ricci, dal naso floreale e fruttato. Tutto su toni piacevolmente dolci il Nobile 2016 de Le Bertille. Ben fatto e dal carattere spiccato il Nobile di Montepulciano 2016 di Antico Colle.
Sul fronte delle Riserva spicca per definizione e dinamicità il Nobile di Montepulciano Quercione Riserva 2015 di Lunadoro, mentre è un buon esempio di vino moderno il Nobile di Montepulciano Riserva 2015 della Fattoria del Cerro. Ancora accenti stilistici moderni per il Nobile di Montepulciano Riserva 2015 di Carpineto, dal naso intensamente fruttato e dal gusto pieno e morbido. Ben centrato il Nobile di Montepulciano Riserva 2015 di Gracciano della Seta, dal naso definito e dal palato articolato.
E se questi sono i vini pronti ad entrare sul mercato, come detto, Montepulciano guarda al futuro anche con un’annata 2018 in cantina, dai tratti generali freschi (e umidi) che rimanda un po’ agli svolgimenti dei millesimi degli anni Novanta, difficile per l’impatto delle malattie, ma potenzialmente dall’espressività fragrante e forse adatta all’invecchiamento.
Annata che, come ha raccontato l’enologo Franco Bernabei, sottolineando attraverso il terroir l’importanza della zonazione compiuta dal Consorzio del Vino Nobile proprio per valorizzare le zone di produzione comprese dalla Docg, dal germogliamento all’invaiatura, è stata piuttosto complessa: le continue piogge hanno interrotto frequentemente le operazioni di potatura verde mentre i terreni saturi hanno reso impossibile in alcuni momenti l’accesso con i mezzi meccanici per effettuare i necessari interventi di difesa fitosanitaria. Il decorso favorevole di settembre e di ottobre ha consentito il raggiungimento della piena maturazione dei grappoli e la raccolta degli stessi al momento giusto. I vini del 2018, come normale conseguenza di tale andamento meteo, presentano colori intensi e decisi, sentori varietali integri e ben espressi, gradazioni alcoliche ed estratti medi o alti, acidità e pH nella media. All’assaggio la trama tannica, estremamente morbida e piacevole, è priva di asperità e durezza. Sicuramente i vini del 2018 non avranno bisogno di lunghi periodi di maturazione per esprimersi al meglio.
E proprio il clima, ed il cambiamento climatico, sono stati al centro del dibattito condotto dal colonnello e meteorologo dell’Aeronautica militare Guido Guidi, con il professor Luigi Mariani dell’Università di Milano e il professor Alberto Palliotti dell’Università di Perugia. Eventi atmosferici estremi, picchi di temperature fuori dalla norma, presenza di anticicloni subtropicali sono all’ordine del giorno, il clima cambia, ma nell’arco di un secolo a Montepulciano le temperature e le precipitazioni si ripetono. Emerge dall’analisi svolta dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, dalla quale si evidenziano alcuni dati significativi che fanno capire come il cosiddetto “global warming” non stia influendo molto sulla viticoltura locale, anche se negli ultimi anni è cambiato molto il sistema di coltivazione della vite con una diversa densità di impianto.
Per le risorse termiche per la vite, dagli anni ’80 si è registrato in generale un aumento delle temperature medie mensili e annuali ed in particolare delle massime primaverili, tendenza che si è tradotta in un anticipo nelle fasi fenologiche di fioritura e raccolta quantificabile grossomodo in 8-15 giorni rispetto agli anni ’70-’80. Da dati comparativi sulle precipitazioni dagli anni ’20 a oggi, si percepisce che a Montepulciano vi sia stazionarietà delle precipitazioni. L’analisi si conclude con la riflessione che porta a dire che se in Italia e anche a Montepulciano i fenomeni estremi sono aumentati, è anche vero che il clima a livello generale (temperature e precipitazioni) non è poi così cambiato da far pensare a un impatto incisivo del “global warming”.
Su un territorio, quello del Nobile, che ha un valore vinicolo stimato in 500 milioni di euro, tra valori patrimoniali e produttivi (in 200 milioni di euro è stimato il valore patrimoniale delle aziende agricole che producono Vino Nobile, 150 milioni circa il valore patrimoniale dei vigneti (in media un ettaro vitato costa sui 150 mila euro e 65 milioni di euro è valore medio annuo della produzione vitivinicola, nel 2018 fatta di 6 milioni di bottiglie di Vino Nobile e di 2,3 di Rosso di Montepulciano), con un mercato che per il 78% è fatto di export, Usa in testa.
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