Antinori investe ancora in vigna in Toscana: la storica cantina della famiglia fiorentina, alla 26esima generazione, quella guidata dal Marchese Piero Antinori, e dalle figlie Albiera, Allegra ed Alessia, ha comprato ufficialmente la cantina e i vigneti di Rubbia al Colle della famiglia Muratori, come anticipato da rumors WineNews ad inizio luglio. E, a differenza di quanto riportato da altre testate, che hanno parlato di affitti o accordi di gestione, si tratta di una acquisizione tout court di vigna e cantina, come spiega oggi a WineNews Renzo Cotarella, ad Marchesi Antinori: “per noi è una acquisizione importante, perchè va ancora di più nella direzione della totale autonomia produttiva di Antinori, dal punto di vista del vigneto, e inoltre la cantina ci consentirà di gestire ancora al meglio le produzioni che abbiamo nei territori vicini. Per noi è stata un’occasione da cogliere, anche grazie al rapporto di amicizia che abbiamo con la famiglia Muratori”. Riservate le cifre dell’affare che, dunque, ha portato sotto il cappello di Antinori altri 73 ettari di vigneti coltivati a Merlot, Cabernet e Sangiovese, ed una cantina moderna e costruita, ante litteram, secondo tutti i criteri della sostenibilità ambientale, ipogea, completamente interrata e ad impatto zero sull’ambiente circostante. In un terra vinicola meno celebre di altre, ma di prim’ordine da un punto di vista vitienologico e di bellezza paesaggistica, nel cuore della Val di Cornia (nelle proprietà della tenuta anche il vigneto Usilio, il più alto coltivato a Sangiovese del territorio, ndr) - i cui filari “si parlano” con quelli del più famoso territorio di Bolgheri - e dove un ettaro di vigna, da stime di WineNews, è valutato tra gli 80.000 ed i 100.000 euro.
Ennesimo investimento importante della famiglia Antinori - che ormai supera i 2.780 ettari vitati in Italia - nella sua “Toscana mater”, e che aggiunge un altro gioiello al tesoro toscano di Antinori, che comprende la Tenuta Tignanello, Badia a Passignano e Pèppoli, nel Chianti Classico, dove da qualche anno ha trovato dimora il quartier generale del gruppo, nella avveniristica cantina di Bargino, a San Casciano Val di Pesa, interamente “intagliata” nella collina e coperta di vigneti, passando per Pian delle Vigne, uno dei nomi di riferimento nella terra del Brunello di Montalcino, e ancora la Tenuta Guado al Tasso, tra i brand più importanti di Bolgheri, passando per Le Mortelle, nel cuore della Maremma che guarda al mare, a Castiglione della Pescaia, e la Tenuta Monteloro, nella Maremma etrusca, a Sovana, e ancora La Braccesca, a Monepulciano, in terra di Vino Nobile, e la Tenuta Monteloro nell’appenino vicino a Fiesole, alle porte di Firenze, o la Tenuta La Farneta, a Sinalunga, del Chianti Colli Senesi, a pochi passi da Siena. Senza dimenticare, però, le “escursioni enoiche” di assoluto valore in Piemonte, in terra di Barolo (con Prunotto), in Umbria (con il prestigioso Castello della Sala), in Franciacorta (Montenisa) ed in Puglia (Tormaresca) di una realtà, Antinori, che, oltre ad essere una delle più prestigiose per storia e blasone, è anche la prima cantina italiana privata per fatturato, che supera i 210 milioni di euro.
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