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ASSEGNATO ALLA CANTINA D’ISERA L’OSCAR ALLA VIGNA PIÙ BELLA DI MARZEMINO, UNA DEI SIMBOLI DELL’ENOLOGIA TRENTINA. IL CONCORSO, CHE MIRA ANCHE ALLA DIFESA DEI VITIGNI AUTOCTONI, E’ GIA’ UN ESEMPIO PER ALTRI TERRITORI DEL VINO

Italia
A Bruno Spagnolli della Cantina di Isera, l’Oscar per il vigneto più bello di Marzemino

E’ andato ad uno degli soci storici della Cantina di Isera, Bruno Spagnolli, l’Oscar per il vigneto più bello di Marzemino, una delle bandiere dell’enologia trentina e universalmente famoso per il suo immortale testimonial, Wolfgang Amedeus Mozart (che lo canta, nel 1769, nel Don Giovanni come l’eccellente Marzemino). L’“eccellenza” tra le 120 vigne del territorio di Isera (da poche centinaia di metri quadrati a qualche ettaro) che hanno partecipato all’originale concorso (che vede l’autorevole consulenza scientifica dal professor Attilio Scienza, uno dei maggiori studiosi di viticoltura in Italia, e dell’agronomo Fausto Campostrini) è arrivata dopo un giudizio finale, frutto di una serie di controlli in campo in epoche differenziate (in prossimità dell’allegagione, poi dell’invaiatura, ma soprattutto verso la maturazione dell’uva), quindi dell’analisi degli aspetti agronomici (densità e sesti di impianto, omogeneità della parere vegetale, gestione del suolo, omogeneità della distribuzione della produzione sulla parete vegetale), aspetti sanitari (sanità delle uve, sanità della parte fogliare, presenza di carenze nutrizionali sulle foglie, manifestazione di carenze nutrizionali sul grappolo), aspetti qualitativi delle uve (omogeneità della colorazione, presenza di dissecamento del rachide, gusto dell’acino e sua croccantezza); quindi, dell’aspetto generale, la biodiversità genetica, l’omogeneità nella produzione e l’equilibrio. Un peso nella formulazione del giudizio finale del concorso anche la stima della produzione ad ettaro, che doveva essere assolutamente rispondente al disciplinare di produzione del Marzemino.

“Questo premio, unico nel panorama italiano, riconosce il ruolo indiscusso - ha spiegato il professor Attilio Scienza dell'Università di Milano - di presidio fondamentale del viticoltore a difesa, tutela e valorizzazione delle risorsa viticola, puntando su un vitigno che ci permette di creare l’abbinamento inscindibile di vite-territorio. Non solo, l’ottima idea del comune di Isera andrebbe imitata in mille altri territori d’Italia perchè coglie nella sua essenzialità il momento storico della vitivinicoltura italiana. La qualità del vino si comunica anche con iniziative come questa, destinata a lasciare un segno nel tempo, ma anche ad essere un fattore pedagogico per tutta la categoria dei soggetti primari del pianeta vino: i viticoltori”. Carlo Rossi, sindaco di Isera, primo territorio ad aver intrapreso in Trentino quest’opera di valorizzazione della cultura delle vite anche con le “Città del Vino” (associazione che partecipa al premio: in giuria, c’è il suo direttore Paolo Benvenuti), oltre ad essere convinto dell’originalità del concorso “La vigna eccellente”, ha anche spiegato come questa originale idea sta girando l’Italia. “sono moltissime le richieste di informazioni da parte di tanti Comuni che ci stanno arrivando: dalla Toscana al Piemonte, dalla Sicilia al Veneto. Un fatto importante: vuol dire che l’iniziativa ha raggiunto il suo scopo. Di questo, non siamo affatto gelosi. Anzi siamo felici”.

Ma il premio di Isera ha voluto anche denunciare un fatto preoccupante: l’impoverimento del patrimonio viticolo italiano a favore della coltivazione dei vitigni internazionali. Il monito, rinnovato anche da importanti personaggi del mondo scientifico e giornalistico (dal guru dei “Club di Papillon” Paolo Massobrio a Bruno Gambacorta del Tg2 “Eat Parade” a Carlo Cambi del gruppo L’Espresso-La Repubblica), lo ha ben espresso il professor Attilio Scienza: “il futuro della viticoltura italiana di qualità deve passare attraverso l’affermazione dei vitigni del silenzio, che vanno ripresi dalle vigne-museo, studiati, analizzati e riportati nei territori, trovando poi il miglior modo per farli produrre e vinificarli bene. L’Italia possiede, infatti, una notevole varietà di vitigni indigeni, vera interpretazione della vocazione produttiva di interi territori, che occorre salvare - e questo è il messaggio del premio diretto a tutte le “Città del Vino” - selezionando e premiando i migliori vigneti e favorendo la coltivazione degli antichi vitigni e/o autoctoni”.

“Questo premio (che ha visto al secondo posto, Celestino Zucal dell’azienda agricola Nailam, che proprio quest’anno debutterà con un cru di Marzemino, ed al terzo posto, Andrea Tonolli della Sav-Viticoltori Vallagarina) è stato un momento particolarmente importante - commenta a WineNews, Carlo Rossi, sindaco di Isera - ed è soltanto un primo passo del progetto voluto dalle Istituzioni (Comune e Cassa Rurale) e dai viticoltori del Marzemino per rilanciare e valorizzare questo vitigno autoctono. Un’idea che ha trovato anche la condivisione, con messaggi di stima e di buon lavoro, di importanti personaggi del mondo del vino: dal “maestro” Luigi Veronelli (“sono emozionato: un premio al vigneto!”) al direttore dell’Associazione Enologi Italiani, Giuseppe Martelli (“originale iniziativa, di sicuro successo”) al presidente dell’Unione Italiana Vini, Ezio Rivella”. Ma l’idea del comune di Isera non si ferma al premio per il miglior vigneto: “dal 2002/2003, con le uve della migliore vigna, si darà inizio - conclude il sindaco di Isera, Carlo Rossi - anche alla produzione di un cru di Marzemino. Ma è ancora presto per entrare nei particolari”.

IL RITRATTO: IL MARZEMINO

La Vallagarina (ed Isera, in particolare) è il luogo d’elezione per la coltura del Marzemino, anche se lo si fa derivare da Venezia. Vitigno vigoroso, nel tradizionale impianto a pergola trentina, sia semplice che doppia, è adatto a vini giovani o di medio invecchiamento ed, in alcune microzone, può dare risultati straordinari. E’ un vino (dal colore rosso rubino), con delicati sentori di viola mammola, gusto piacevole, gradevole, fruttato, con retrogusto delicatamente amarognolo, che si sposa perfettamente con piatti a base di funghi, carni e salumi non eccessivamente aromatizzati. La sua gradazione minima è di 11°: può fregiarsi della menzione Riserva, con una gradazione di 11,5°e con due anni di invecchiamento. Il Marzemino di Isera (che ne è la capitale in Trentino) è prodotto da 98 viticoltori (che hanno 60 ettari; in Trentino, gli ettari sono invece 258), che creano 600.000/700.000 bottiglie (in tutto il Trentino 2.500.000 bottiglie). Il Marzemino è universalmente famoso per il suo testimonial davvero immortale: il grande Wolfgang Amedeus Mozart, che lo scopre nel 1769 a Rovereto e lo canta nel Don Giovanni come “l’eccellente Marzemino”.

I PRODUTTORI TOP

I migliori produttori di Marzemino di Isera, stando alle guide dei vini d'Italia (Veronelli, Gambero Rosso/Slow Food, Ais), sono la Cantina di Isera, soprattutto con l'etichetta Verde, tel. 0464/433795; De Tarczal, una famiglia di vignaioli da generazioni che ha fatto la storia del vino di Isera (ottimo la Riserva Husar), tel. 0464/409134; Enrico Spagnolli, una cantina che sta crescendo in qualità di anno in anno a ritmo straordinario, tel. 0464/409054; Longariva di Marco Manica, da 25 anni in attività, tel. 0464/437200. Altri nomi del Marzemino, con interessi ad Isera o in Vallagarina, sono Balter, Vallarom, Vallis Agri, Letrari, Battistotti, Viticoltori in Avio, La Cadalora, Bossi Fedrigotti.

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