È proprio vero, il vino fa vivere a lungo: Assoenologi festeggia domani i 120 anni di vita. Era il 7 maggio 1891 quando, ad Asti, nel primo convegno della categoria degli enologi, nacque la Società degli enotecnici italiani, progenitrice dell’attuale Associazione enologi enotecnici italiani - Assoenologi. “Si tratta dell’associazione di enotecnici non solo più antica d’Italia, ma del mondo”, dice a WineNews il direttore generale di Assoeneologi, Giuseppe Martelli. “Basti pensare che la corrispettiva organizzazione francese, l’Union Francaise des Oenologue, è stata fondata solo nel 1959”. In quel 1891, l’idea innovativa e forte (“partorita” dalle menti di Arturo Marescalchi e Antonio Carpenè) fu quella di riunire tutte le forze della Penisola enologica per raggiungere obiettivi comuni. “Un principio di allora che è ancora valido oggi - continua Martelli - perché Assoenologi continua a svolgere questa importante funzione aggregativa e di rappresentanza, ma anche e soprattutto propositiva. Proprio l’apporto di Assoenologi, negli ultimi 20 anni, ha contribuito ad affrontare i grandi problemi del comparto vitivinicolo”. “Oggi le priorità di Assoenologi sono portare avanti un discorso costruttivo e critico, ma sempre con determinazione e coerenza”, dice ancora il direttore generale dell’organizzazione. “Poi, dare una formazione agli enologi sempre più adeguata ai tempi: l’enolgo, oggi, non è solo il professionista della produzione, ma anche della commercializzazione, del marketing, della gestione dell’azienda . Non a caso il 40% dei nostri associati ha un inquadramento da quadro direttivo in aziende cooperative o private, il 50% è costituito da impiegati ed il 10% svolge la libera professione”.
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