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INCANTO SOLIDALE

Asta del Barolo, dai 51 lotti sotto il martello più di 30.000 euro alla Onlus 1Caffè

Al top il lotto “Deditus”, tutto di “classe 1999” (da Michele Chiarlo a Poderi Luigi Einaudi), battuto a 2.000 euro

51 lotti, 120 bottiglie e più di 30.000 euro raccolti: l’Asta del Barolo, di scena ieri nel Castello del cuore pulsante delle Langhe del vino, si conferma un successo “di umanità”, con i ricavi della vendita all’incanto che andranno a finanziare i tanti progetti sostenuti dalla Onlus 1Caffè, fondata dall’attore Luca Argentero. Mattatori della giornata, i wine lover in collegamento dall’“Enoteca Bar Implicito” di Tokyo, che si sono aggiudicati ben 26 lotti, tra cui il pezzo top, il lotto “Deditus”, tutto di “classe 1999”, con bottiglie di Azelia, Cordero di Montezemolo, Franco Martinetti, Michele Chiarlo, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti, battuto a 2.000 euro. In tutto, sono state 35 le aziende rappresentate, alcune oggi non più esistenti (ad esempio il lotto di Franco Fiorina con tre bottiglie del 1970, 1971 e 1974, aggiudicato a 500 euro), per 29 annate dofferenti (la più vecchia è un’etichetta del 1947, la più recente il 2010).

A proposito di vecchie annate, le etichette degli anni Quaranta e Cinquanta hanno raccontano un Barolo diverso e lontano, come le tre bottiglie riserva Giacomo Borgogno del 1947, aggiudicate a 470 euro a Tokyo, o il lotto misto Fontanafredda, Barolo del 1959 insieme a Prunotto, Barolo Riserva 1967, e a un Marchesi di Barolo del 1974, una tripletta battuta a 520 euro. Poi è arrivata la svolta degli anni Sessanta, ben raccontata dal Renato Ratti del 1967, un cinquantenne molto apprezzato, battuto a 410 euro, stessa annata per i Poderi Oddero, con 4 bottiglie battute a 600 euro. Bene anche le bottiglie più recenti, come il Barolo tradizionalista di Bartolo Mascarello del 1996, la cui etichetta d’autore con coccinelle ha toccato i 360 euro.

Ma perché tutta questa attenzione per il Barolo? “ È il miglior vino al mondo”, dice Gianni Gagliardo, che preside il gruppo di produttori che promuove l’Asta e rinnova l’appuntamento “nel 2020, di nuovo a maggio, e sempre a Barolo”. Shigeru Hayashi, presidente di Soloitalia - Giappone, e tra i massimi esperti internazionali di gastronomia italiana, sottolinea invece che “il Barolo è longevità: in Giappone è molto apprezzato per la serietà e la straordinaria competenza dei suoi produttori”.

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