“Era una promessa fatta nella campagna elettorale alle donne preoccupate per un aumento delle violenze domestiche causate dall’alcolismo dilagante”. È con queste parole che il governatore Nitish Kumar, dello Stato del Bihar, nel nord dell’India, ha annunciato il divieto per la vendita e per il consumo di alcolici a partire da aprile 2016.
Per le casse del Bihar, il terzo Stato indiano più popoloso con 100 milioni di abitanti, è una grave perdita economica perché gli introiti del monopolio sull’alcol ammontano a oltre 500 milioni di dollari all’anno. La maggior parte del whisky e di altri liquori venduti nei negozi governativi sono di fabbricazione locale e hanno quindi un basso costo. La notizia ha causato un crollo alla Borsa di Mumbai dei produttori di bevande alcoliche. Attualmente solo il Gujarat (lo Stato natale del Mahatma Gandhi) e due piccoli Stati nord orientali, Manipur e Nagaland, hanno una politica proibizionista. Di recente, anche il meridionale Kerala sta valutando si limitare la vendita di alcol su pressione delle associazioni che si battono contro l’alcolismo.
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