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AVVIO 2009 SCIVOLOSO PER L’OLIO D’OLIVA ITALIANO: CROLLA L’EXTRAVERGINE (-19,2%), TENGONO BENE BIOLOGICO E DOP/IGP, CRESCE L’OLIO DI SANZA. L’ALLARME LANCIATO DALL’ASSITOL, ASSOCIAZIONE ITALIANA DELL’INDUSTRIA OLEARIA

I dati di vendita dell’olio d’oliva italiano indicano un “avvio difficile” per il 2009, con un andamento del mercato oleario piuttosto instabile. E’ il grido d’allarme che giunge dal Programma di monitoraggio degli oli di oliva e di sansa avviato, per il triennio 2009-2012 dall’Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, con il sostegno dell’Unione Europea e dell’Agea. La tendenza, precisa il direttore generale Claudio Ranzani, in gennaio e febbraio è stata decisamente negativa, marzo ha avuto chiari segni di ripresa, mentre aprile ha registrato una forte contrazione delle vendite, soprattutto dell’olio extravergine che fa registrare un calo notevole (-19,2%). Per l’olio d’oliva, la riduzione è pari al 5,3%.

E non a caso, si assiste ad una ripresa dell’olio di sansa che registra un aumento del 26%. Le uniche categorie che guadagnano posizioni sono il biologico, che sale del 25,6%, e le Dop e Igp (+16,7%), che però si riconfermano prodotti di nicchia. Nel complesso, è l’olio extravergine a soffrire più di altri segmenti, con una contrazione del 15% delle vendite, seguito dall’olio d’oliva (-14,3), mentre si rafforza quello di sansa: un fenomeno tipico del mercato oleario nei momenti di crisi. Anche le esportazioni, da sempre fiore all’occhiello del mercato dell’olio d’oliva, appaiono in affanno, mentre dall’emisfero Sud emergono nuovi Paesi concorrenti. In aprile la diminuzione dell’intero comparto è davvero pesante (-31,9%).

Nel periodo gennaio-aprile 2009 si hanno buone notizie solo per l’olio biologico, che, registra una performance formidabile del 33,5%, a fronte del calo dell’extravergine (-12%), con l’olio Dop/Igp che diminuisce di oltre il 50%, e dell’olio d’oliva (- 8,9%). Tra i motivi della frenata del mercato oleario, osserva il presidente dell’Assitol, Leonardo Colavita, la crisi, che ha pesato sia sui consumi interni che sull’export, ma soprattutto che ha spinto operatori professionali e famiglie a ridurre lo stoccaggio di prodotto. A questo fenomeno ha contribuito il forte ribasso del prezzo della materia prima. Per giunta, a fronte di uno stock di olio invenduto della passata campagna, stimato dal Coi in oltre 630.000 tonnellate, la produzione per la campagna 2008/2009 è stata buona. Di qui la riduzione del prezzo al consumo. In tale contesto, l’attuazione del nuovo decreto sull’etichettatura, conclude Assitol, “rischia di non apportare alcun beneficio al settore, anche per via degli oneri burocratici che il regolamento attuativo impone agli industriali”.

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