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BANCHE CHE “INVESTONO” IN AGRICOLTURA: ARRIVA “ORIZZONTE VINO” BY GRUPPO CARIPARMA CRÉDIT AGRICOLE. PRODOTTI AD HOC, MA ANCHE “CREDITO ACCELERATO” E FORMAZIONE PER UN SETTORE CHE VALE IL 5% DELL’AGRICOLTURA ITALIANA (DATI NOMISMA)

Il rapporto tra mondo del credito e quello della produzione vinicola (e agricola) non attraversa, come in altri settori, il suo momento più florido. Ma se è vero che l’agricoltura, di cui il vino in Italia è il prodotto di punta, continua a rappresentare un settore “anticiclico”, c’è anche chi, nel mondo della finanza, continua a crederci ed investirci. Come il Gruppo Cariparma Crédit Agricole, che ha lanciato “Orizzonte Vino”, un vero e proprio modello di servizio dedicato, rivolto agli operatori della filiera.
“L’offerta, infatti - si legge in una nota - non si ferma a prodotti e servizi specifici, ma prevede anche un iter accelerato del credito e una consulenza esperta grazie ad appositi percorsi formativi destinati ai dipendenti che offrono consulenza finanziaria alle aziende del comparto. “Orizzonte Vino” intende valorizzare l’approccio di filiera, da sempre sostenuto dall’Istituto di Credito che, già nel mese di maggio aveva promosso un convegno sull’argomento evidenziando l’importanza di mantenere una visione complessiva della storia dei prodotti bandiera del “made in Italy”, dalla materia prima al prodotto finito. La strada della ripresa e della crescita, del resto, passa attraverso l’export e i nuovi mercati, concetti vicini alle aziende industriali che operano nel commercio dei prodotto finito ma non ancora del tutto familiari agli operatori del settore primario. Quella del vino, in particolare, rappresenta una delle filiere più importanti per l’economica del nostro Paese. L’Italia è da sempre uno dei principali produttori di vino all’interno dell’Unione Europea, alternando di anno in anno il proprio primato con la Francia per quel che riguarda le quantità prodotte”. A confermare una volta di più l’importanza della filiera vitivinicola italiana per il Belpaese, sono anche i dati di Nomisma estrapolati per conto del Gruppo Cariparma Crédit Agricole. Secondo i quali, l’Italia, rappresenta il 22% delle superfici europee destinate a vigneti e il 10% su base mondiale. A livello agricolo, la viticoltura rappresenta il 5% dell’intero valore dell’agricoltura italiana e gli industriali del vino garantiscono il 5% del Pil dell’industria alimentare.
Non solo: a livello agricolo sono 376.000 le aziende agricole focalizzate sulla produzione di uva da vino che, in alcuni casi, estendono la propria attività anche a processi di trasformazione per l’ottenimento del vino in house. A queste seguono solo 1.800 imprese a carattere industriale in grado di produrre e di mettere sul mercato, nazionale ed estero, più di 40 milioni di ettolitri di vino, di cui 29 milioni a marchio Dop e Igp. Nel settore, chi di certo realizza una stretta integrazione verticale di filiera tra fase primaria, trasformazione e distribuzione sono le cooperative. Quelle attive che producono vino in Italia sono poco più di 600 ed esprimono un fatturato di 3,7miliardi di euro realizzato grazie al contributo di 190.000 soci viticoltori e quasi 9.000 occupati. La cooperazione rappresenta la metà del fatturato complessivo del settore industriale vino anche se, chi realizza fatturati importanti sono solo poche grandi imprese cooperative che superano i 40 milioni di fatturato.
In sintesi, ad una diffusa presenza di questa forma di impresa fa da contraltare una significativa concentrazione delle vendite nelle mani di pochi operatori. Bisogna poi rilevare che le cooperative hanno beneficiato dell’espansione della domanda estera in maniera meno che proporzionale rispetto alle altre forme di impresa (data la loro minore propensione all’export), una circostanza che ha portato ad una contrazione del loro peso sul totale del settore del 4% negli ultimi 10 anni. A beneficiarne in maniera più che proporzionale, del resto, sono state le realtà industriali più significative. Ecco perché, nonostante questa forte frammentazione produttiva, nel corso degli ultimi anni sta crescendo il grado di concentrazione del settore: il peso dei dieci principali operatori, infatti, è aumentato sia in termini di vendite che di fatturato anche grazie ad importanti aggregazioni.
“Utilizzare un approccio di filiera - conclude Gruppo Cariparma Crédit Agricole - diventa quindi importante per capire le esigenze specifiche delle aziende a seconda del livello in cui operano, aiutando quelle più piccole e per lo più appartenenti al settore primario ad agganciare i flussi che stanno caratterizzando, a valle del processo, i player dell’industria”.
Info: www.cariparma.it

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