
Seppur modesto nei numeri assoluti, il mercato del collezionismo e delle aste del vino ha sempre la sua rilevanza, per vari motivi, anche se nell’ultimo periodo i fine wines stanno attraversando delle difficoltà, come abbiamo riportato a più riprese WineNews. Si tratta di un mercato che per molti anni è stato dominato dai vini di Francia e che, nonostante Borgogna e Bordeaux ne siano ancora leader, vede sempre più protagonista l’Italia, con le sue griffe ed i suoi territori più blasonati, concentrati in particolar modo in Toscana e Piemonte, le due regioni “rossiste” per eccellenza. A fare una panoramica generale sullo stato dell’arte, sono i numeri di iDealwine, leader mondiale delle aste di vini online e prima casa d’aste in Francia, che ha pubblicato il suo “barometro annuale”, un report contenente un’analisi dettagliata sul mercato dei fine wines e sulle loro principali tendenze all’asta. Nel 2024, iDealwine ha organizzato in tutto 48 vendite all’asta, per un totale di 261.465 bottiglie aggiudicate (+17,7%) e un valore complessivo che si aggira intorno ai 39,1 milioni di euro, commissioni d’acquisto incluse (+15% sul 2023). Per i vini venduti all’asta, il prezzo medio a bottiglia si attesta sui 149 euro, valore in leggera flessione (era 152 euro, -1,9%). A questi risultati si aggiungono anche 2,1 milioni di euro realizzati tramite la piattaforma Fine Spirits Auction, sito dedicato alle aste di distillati di prestigio e gestito in partenariato con La Maison du Whisky.
I valori generali sono in leggero calo sul 2023. Lo scorso anno si è infatti caratterizzato per un prezzo medio per bottiglia passato da 152 a 149 euro (-1,9%) anche se le variazioni di prezzo risultano contrastanti da una regione all’altra: ad esempio nella Champagne il prezzo medio a bottiglia ha subito una flessione del 16%, mentre il Roussillon ha registrato un aumento del 24%. La Borgogna ha continuato ad essere la regione leader con il 45,2% del valore e il 27% dei volumi aggiudicati su iDealwine. Bordeaux risulta sempre la prima regione per numero di bottiglie scambiate (32,8%), ma la seconda in termini di valore (27%), parametro che la vede in flessione così come la Valle del Rodano. L’Italia è in crescita ed è passata dall’1 al 2% del valore aggiudicato. Tuttavia, ha ricordato iDealwine, il valore aggiudicato nel corso dell’anno riguarda principalmente le 50 tenute più ricercate. Queste ultime, da sole, hanno rappresentato il 53% del valore totale aggiudicato nel 2024 su iDealwine e il 19% in termini di volume.
I cambiamenti delle scelte dei consumatori si notano anche nei fine wines: se nel 2019 i vini rossi rappresentavano all’incirca il 77% del valore scambiato, oggi sono il 70% del totale aggiudicato, un dato che indica quanto gli amanti del vino mostrino una preferenza sempre più marcata per i vini bianchi e frizzanti. Da sottolineare, inoltre, che nel 2024 la quota dei vini biologici e biodinamici è rimasta stabile. Questa categoria ha rappresentato il 28,4% in termini di volumi e il 35,6% per valore, mentre la quota dei vini naturali ha registrato una bella progressione sia in termini di valore che di volume, passando rispettivamente dal 6,5 al 7,6% e dal 5,8% al 7,2%.
Tornando all’Italia, nel 2024, le performance dei fine wines tricolori sono rimaste pressoché stabili sull’anno precedente, rappresentando il 51% dei vini non francesi venduti all’asta, per un totale di 7.786 bottiglie aggiudicate (+1,4%), un dato che consacra il Belpaese al sesto posto tra le “regioni” più richieste. Merito principalmente di Piemonte e Toscana, vere protagoniste delle vendite all’incanto. Nella “Top 20” dei vini ci sono etichette prodotte da cantine tra le più blasonate d’Italia, la metà piemontesi. Al n.1 tra le bottiglie (75 cl) con il valore più alto c’è, però, la Toscana con una bottiglia di Masseto 2001, gioiello enoico del Gruppo Frescobaldi, acquistata in Italia per 1.313 euro. Nel 2024 sono state messe all’asta ben 55 bottiglie di questo leggendario vino, con un prezzo medio record di circa 930 euro. Posizione n. 2 per un’altra leggenda, questa volta delle Langhe, come il Barolo Monfortino Riserva 2004 di Giacomo Conterno (1.229 euro) e, a chiudere il podio (n. 3), un altro nome “cult” per i collezionisti, come Soldera Case Basse con il Brunello di Montalcino Riserva 2001 (1.188 euro). Posizione n. 4 per un’altra eccellenza enoica piemontese, come Bruno Giacosa, con il Barbaresco Santo Stefano di Neive Riserva 1990 (1.075 euro). Si resta in Piemonte alla posizione n. 5 con un altro nome che ha fatto la storia, Cappellano, e la sua bottiglia di Barolo Pie Franco 2004 che è finita in Danimarca per 788 euro. Ad interrompere il dominio tosco-piemontese c’è (alla posizione n. 6) l’Amarone della Valpolicella Riserva 2007 di Giuseppe Quintarelli (750 euro), custode e simbolo della storia del grande rosso veneto e del vino italiano. Si torna in Piemonte (n. 7) con Giuseppe Rinaldi e il Barolo Brunate Le Coste 2008 (625 euro), un nome prestigioso come Roagna che si posiziona alla n. 8 con il Barbaresco Pajé 2016 (550 euro). È volata ad Hong Kong la bottiglia di Brunello di Montalcino Riserva 1951 di Biondi-Santi (posizione n. 9, valore 538 euro), la griffe che ha inventato questo vino alla fine dell’Ottocento nella Tenuta Greppo. A chiudere la “Top 10”, un altro simbolo del Piemonte enoico, con una bottiglia di Barolo Riserva 1958 di Giuseppe Mascarello acquistata da un professionista in Portogallo per 538 euro. Posizione n. 11 per la magnum di Langhe Doc Costa Russi 1997 di Angelo Gaja, l’“artigiano” del vino per eccellenza, aggiudicata per 1.063 euro (531 euro se rapportata al formato 75 cl ), n. 12 per Luciano Sandrone, altra “star” piemontese con il Barolo Aleste (in precedenza Cannubi Boschis) 1990 (488 euro). Ancora Langhe alla posizione n. 13 con il Barolo Monvigliero 1990 di Giovan Battista Burlotto (475 euro), e con la Toscana che ritorna con Le Pergole Torte 2008 di Montevertine (475 euro), altro nome che “fa gola” ai collezionisti, come il Sassicaia 2016, gioiello della Tenuta San Guido e di Bolgheri (n. 15), che ha raggiunto una valutazione per bottiglia di 454 euro. Ancora Barolo alla n. 16 con il Riserva Villero 2001 di Vietti (438 euro), ma nella “Top 20” delle bottiglie più ambite spicca anche un vino dolce a base di Sangiovese: una mezza bottiglia di Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice (n. 17) firmata Avignonesi è stata venduta a 213 euro (425 euro se rapportata al formato 75 cl). Il Solaia 2015, tra le eccellenze produttive di Marchesi Antinori, tra le famiglie più prestigiose al mondo, è alla posizione n. 18 (406 euro), mentre il Brunello di Montalcino “cala il tris” in classifica con il Corso 2019 di Stella di Campalto (375 euro). A chiudere i “magnifici 20” c’è il Montepulciano d’Abruzzo 1997 di Francesco Valentini (375 euro), realtà-simbilo dell’Abruzzo del vino.
Nella “Top 20” delle tenute più apprezzate d’Italia è il Piemonte (13 su 20) ad avere la meglio sulla Toscana (7 su 20), ma i primi due posti sono per il “Granducato”. Guida, infatti, la Tenuta dell’Ornellaia (Frescobaldi) con 77.658 euro di valore scambiato, davanti alla Tenuta San Guido (56.456 euro), e ad Angelo Gaja (45.153 euro di valore scambiato). In “Top 10”, anche Giuseppe Rinaldi (40.899 euro), Comm. Giovan Battista Burlotto (21.296 euro), Giacomo Conterno (20.694 euro), Tignanello (Antinori) (19.360 euro), Giuseppe Mascarello (13.145 euro), Bartolo Mascarello (12.726 euro), e Bruno Giacosa (11.599 euro). Posizione n. 11 per Giacomo Borgogno (9.794 euro) e, a seguire, Lorenzo Accomasso (9.630 euro), Vietti (8.428 euro), Biondi-Santi Tenuta Greppo (8.410 euro), Pio Cesare (8.264 euro), Roagna (8.244 euro), Case Basse (Gianfranco Soldera) (8.175 euro), Roberto Voerzio (6.851 euro), Il Poggione (6.495 euro) e Casanova di Neri (6.435 euro).
Fa notare iDealwine che “il dato finale è un calo complessivo del valore d’asta (-14%) e, al contempo, una flessione dei prezzi medi. I grandi volti italiani hanno risentito della generale situazione di staticità che ha contraddistinto il mercato. Tuttavia, nel territorio di Barolo, la ricerca delle tenute dal carattere più tradizionale è in crescita”. Il Piemonte, spiega iDealwine, domina le classifiche in termini di volume, rappresentando il 55% delle bottiglie vendute, mentre la Toscana (28% dei volumi) spicca in particolare per il prezzo medio più elevato: 122 euro contro gli 89 euro dei fine wines piemontesi. I vini rossi italiani detengono quasi il monopolio assoluto nelle aste della piattaforma transalpina, rappresentando il 97% del volume e il 98% del valore aggiudicato. In particolare, le annate più mature hanno conquistato il cuore di appassionati e collezionisti: nel 2024, i vini con più di 20 anni hanno rappresentato il 50% delle bottiglie vendute. Dopo il forte incremento registrato nel 2023, il volume dei vini italiani acquistati all’asta su iDealwine è rimasto pressoché stabile nel 2024. Lo scorso anno sono state vendute 7.786 bottiglie, con un prezzo medio di 93 euro, dato in leggera flessione (-7%). L’Italia resta il principale Paese estero presente nelle aste iDealwine (51% del totale delle bottiglie non francesi aggiudicate), e occupa anche il sesto posto tra le regioni vitivinicole più vendute, se si prende come parametro i volumi venduti. Nella “Top 20” dei vini più ricercati, Masseto e Sassicaia, due miti della Toscana, si confermano quindi i vini più ambiti, con aggiudicazioni “record”. E se Piemonte e Toscana guidano il ranking italiano i collezionisti non si sono concentrati solo su queste due regioni, ma anche su altri grandi nomi di altri importanti territori di produzione. Produttori come Giuseppe Quintarelli, Francesco Valentini, Frank Cornelissen e Tenuta delle Terre Nere sono, infatti, riusciti a catturare l’attenzione degli appassionati, contribuendo a rafforzare l’immagine dell’Italia come patria di eccellenze enologiche. Il Piemonte ha la maggior presenza nei cataloghi e ha raggiunto un totale di 4.297 bottiglie aggiudicate, ovvero il 55% delle vendite in termini di volume, ma è la Toscana, che rappresenta il 28% delle vendite, ad avere il prezzo medio più alto, con 122 euro a bottiglia sui 89 euro del Piemonte. Le altre regioni italiane hanno timidamente mostrato la loro presenza, con tenute provenienti da tutta la penisola e in particolare dalle isole (Sicilia, Sardegna, Pantelleria, e non solo).
A livello generale, infine, la tenuta più scambiata all’asta è Domaine de la Romanée-Conti con un totale di 639 bottiglie (da 75 cl, +65%) per un valore complessivo di 2,65 milioni di euro (+74 %) e un prezzo medio per bottiglia di 4.142 euro (+6%). Al mito della Borgogna anche il lotto più costoso dell’anno, un assortimento di 12 bottiglie del Domaine de la Romanée-Conti annata 1999, aggiudicato per 62.375 euro e la bottiglia più cara dell’anno: una di Romanée-Conti 2020 venduta per 20.375 euro e finita nelle mani di un offerente italiano.
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