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PAC A RISCHIO

Bilancio Ue 2028-2034, la Commissione verso un fondo unico. Che non piace all’agricoltura

In attesa della proposta ufficiale di Ursula von der Leyen, la protesta a Bruxelles di Confagricoltura, Coldiretti e Cia-Agricoltori Italiani
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La protesta dell’agricoltura italiana a Bruxelles contro il Fondo Unico

Non è ancora ufficiale, ma da quello che trapela dal Bruxelles, nonostante il massimo riserbo (molti sottolineano, mai così elevato), nel prossimo bilancio Ue, quello che inizierà nel 2028 e si chiuderà nel 2034, non solo dovrebbero esserci meno risorse complessive, ma secondo la volontà della Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen, verranno anche accorpati in un fondo unico ben 540 programmi, tra cui due fondamentali per l’Ue, la Politica Agricola Comunitaria - Pac, che storicamente assorbe un terzo del bilancio Ue, ed è stata un pilastro fondamentale e fondante dell’Europa unita, ma anche quello sui fondi di Coesione. Secondo le indiscrezioni, in attesa di ufficialità, dovrebbe chiamarsi “Fondo europeo per la prosperità e la sicurezza economica, territoriale, sociale, rurale e marittima sostenibile”.
Novità che sono attese ad ore e si tratterà, comunque, solo dell’inizio di un lungo negoziato tra Commissione, Parlamento e Consiglio d’Europa, ma dalla prima proposta ufficiale si capirà che strada vuole prendere la Commissione. Una strada che, se fosse confermata così come da rumors, non piace alle principali organizzazioni di categoria dell’agricoltura italiana, da Coldiretti a Confagricoltura, alla Cia-Agricoltori Italiani, in questi giorni in stato di agitazione tra Roma e Bruxelles per manifestare con toni più o meno accesi il loro dissenso.
 Coldiretti, per esempio, dice no “al piano della Commissione Ue di accorpare le risorse per l’agricoltura in un fondo unico, con il rischio concreto per i cittadini europei di avere meno cibo disponibile e più cannoni. Una scelta che cade peraltro in un momento delicato, considerato lo spettro dei dazi del 30% annunciati dal Presidente Usa Donald Trump sulle merci dell’Unione, a partire dall’agroalimentare”. Simbolo della protesta di Coldiretti i grandi striscioni raffiguranti la presidente della Commissione Ursula von der Leyen che gioca con le stelle simbolo dell’Unione e le scritte “Benvenuti a Vonderland” e “Questa non è Europa”. “Un appello a non spegnere la democrazia, l’agricoltura, la salute, la sicurezza alimentare, rispetto alle scelte di una Commissione che sembra sempre più distante dalla realtà, dai cittadini e dalla terra. L’Europa oggi serve come il pane, ma serve un’Europa diversa e più coraggiosa”, dice l’organizzazione guidata da Ettore Prandini.
“La proposta di accorpamento della Pac al Fondo Unico europeo diventa effettiva, stando alla bozza del “National Plan Regulation” della Commissione Ue che sarà presentato. Una proposta che Confagricoltura ha sempre rifiutato e che la giunta confederale, riunita a Bruxelles, commenta con forte preoccupazione”, fa sapere l’organizzazione delle imprese agricole guidata da Massimiliano Giansanti, oggi tra gli aderenti alla marcia simbolica del Copa-Cogeca verso la sede della Commissione. “La riassegnazione dei finanziamenti europei in un Fondo Unico - afferma la giunta di Confagricoltura - comporterebbe l’eliminazione degli storici strumenti di finanziamento della Pac, ovvero il Fondo europeo agricolo di garanzia e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, minacciando la competitività del settore e la stabilità delle zone rurali europee. La scelta dell’accorpamento della Pac al Fondo Unico renderebbe l’Unione estremamente debole rispetto allo scenario di instabilità geopolitica, alle emergenze dovute alle crisi dei vari comparti e alla situazione che si sta delineando rispetto agli scambi commerciali internazionali, con conseguenze gravissime per tutta l’agricoltura, l’economia e i livelli occupazionali. In attesa di conoscere anche l’entità del budget dedicato al settore primario europeo, Confagricoltura evidenzia che sottrarre risorse fondamentali all’agricoltura significherebbe esporla a un’incertezza finanziaria senza precedenti”.
“L’Europa è nata sui campi e la Pac è il suo cuore verde. Per questo, Cia-Agricoltori Italiani dice ancora una volta “no” al Fondo unico e al taglio di risorse per la Politica Agricola Comunitaria, spina dorsale della sicurezza alimentare Ue”, spiega l’organizzazione guidata da Cristiano Fini, anche lei aderente alla marcia del Copa-Cogeca. “Non possiamo accettare la dissoluzione della Pac in un unico fondo - ha detto Fini - nessun passo verso un’ulteriore rinazionalizzazione o una proposta affrettata per la prossima Pac presentata a luglio da von der Leyen insieme al Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) post 2027, soprattutto senza chiarezza sulle risorse e senza un’adeguata consultazione con il settore agricolo. La Ue si trova in mezzo a crisi geopolitiche e climatiche, senza contare i rischi di una nuova guerra commerciale con i dazi Usa - conclude Fini- mai come adesso serve una Pac forte, autonoma e ben finanziata, che tuteli il mercato unico dalle frammentazioni e gli Stati membri dalle disuguaglianze. Serve più agricoltura e meno armi per garantire un futuro sostenibile, che metta davvero al centro la produzione di cibo e la salvaguardia dei territori”.

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