E’ stato chiamato Jacopo Biondi Santi come testimone esemplare del migliore “made in Italy” del vino all’estero: l’occasione è stato il “Forum sull’internazionalizzazione economica”, ieri a Palazzo Marini di Roma. L’evento, che ha rappresentato un momento di riflessione e confronto sulle problematiche e le prospettive del commercio estero, è stato promosso dall’Istituto per la Cooperazione Economica Internazionale e i Problemi dello Sviluppo, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero Affari Esteri e del Ministero Attività Produttive.
Jacopo Biondi Santi, la cui famiglia è entrata nella storia dell’enologia per avere “inventato” alla fine dell’Ottocento il Brunello di Montalcino, è stato convocato ad illustrare la case history della sua azienda, esempio di come tradizione ed altissima qualità, unite a lungimiranti politiche di promozione e distribuzione, costituiscano il fattore di successo del “made in Italy” nel mondo. Insieme a lui Diego della Valle, che, con Tod’s, rappresenta un altro marchio riconosciuto ed apprezzato a livello internazionale.
Jacopo Biondi Santi, “ambasciatore” del vino italiano di pregio, ricopre anche il ruolo di chairman del Wine Advisory Committee dell’Italian Wine & Food Institute, che raggruppa le più importanti case vinicole italiane ed i principali importatori Usa dei nostri vini: "negli ultimi 20 anni - ha detto al Forum Jacopo Biondi Santi - il vino italiano è stato sempre al primo posto tra i vini importati dagli americani e nel 2001, ha toccato i 1.596.850 ettolitri (quasi il 40% dei vini importati negli Usa). Il valore complessivo, pari a 558,47 milioni di dollari (il 25% del valore dell’export globale del vino italiano), ha registrato una crescita dell’11% in quantità e del 12% in valore (superando per la prima volta la Francia)".
Nella sua relazione Jacopo Biondi Santi ha auspicato un ruolo più propositivo ed attivo per le ambasciate - considerate una vera e propria “casa Italia” all’estero - che dovrebbero aprirsi per mostrare al mondo, nella cornice più adeguata e con il massimo prestigio istituzionale, i simboli dell’eccellenza del nostro Paese. L’esempio più vicino arriva dalle ambasciate straniere nel nostro Paese, diventate negli ultimi anni un’importante centro di promozione di prodotti agro-alimentari di qualità. Biondi Santi ha anche espresso soddisfazione per la riforma annunciata, ed in parte già avviata, nell’azione dell’Istituto per il Commercio con l’Estero, logico supporto e volano di iniziative per gli imprenditori dell’alta gamma italiana. In questo senso risulta prioritaria la creazione di figure “tecniche” che possano seguire con professionalità, competenza e continuità il processo di espansione del “made in Italy” nel mondo.
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