I suoi vini sono tra i più quotati nelle aste e scambiati nel mercato secondario del Liv-Ex, vere e proprie bottiglie di culto per collezionisti, non solo per brindisi speciali in grandi occasioni, ma anche da investimento. Dal Sassicaia della Tenuta San Guido, al Masseto e all’Ornellaia delle due Tenute del Gruppo Frescobaldi, dal Guado al Tasso della Tenuta della Marchesi Antinori, al Messorio ed al Paleo de Le Macchiole, dall’Argentiera di Tenuta Argentiera, al Ca’ Marcanda di Gaja e al Grattamacco del Gruppo ColleMassari, sono stabilmente tra i 1.000 fine wines più ricercati al mondo, secondo Wine-Searcher, ed hanno contribuito in maniera decisiva all’immagine e al valore di tutta le denominazione ed a farne uno dei grandi territori del vino mondiale. Di pari passo, il valore delle sue vigne cresce e, da stime WineNews, per un ettaro si arriva ormai quasi ad 1 milione di euro. Bolgheri, terra enoica di libertà e sperimentazione, incardinata sulle grandi varietà bordolesi, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc - e, perché no, il Petit Verdot - è una case history di successo. Che ha dei “padri fondatori” riconosciuti, ovvero Nicolò Incisa della Rocchetta, Lodovico Antinori, Piero Antinori, Pier Mario Meletti Cavallari, Eugenio Campolmi e Michele Satta, che creando, quasi dal nulla, grandi aziende, hanno acceso la scintilla di un territorio che ha dato un forte impulso al “rinascimento” moderno del vino italiano, coltivato, poi, dal lavoro di tanti altri produttori “autoctoni”. Ma sul quale, negli anni, hanno investito anche tanti altri imprenditori, del mondo del vino, e non solo, conquistati dal fascino e dal successo di questo piccolo, ma grande, enclave vinicolo raccolto tra le colline dell’Alta Maremma ed il Mar Tirreno, segnato indelebilmente dal celeberrimo Viale dei Cipressi, voluto dalla storica famiglia dei Della Gherardesca (che oggi vede anche Gaddo Della Gherardesca, di recente, in prima linea, oltre che come testimonial del territorio anche produttore, con la partnership con Prosit, ndr), e reso immortale dai versi del poeta-scrittore e primo Premio Nobel italiano per la Letteratura, nel 1906, Giosuè Carducci.
Ed è qui che, il 4 settembre, si rinnova il rito dei produttori del Consorzio dei Vini Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia di riunirsi nell’esclusiva e scenografica “Cena dei Mille” (strettamente su invito personale dei viticoltori soci, per 1.200 ospiti intorno ad un lunghissimo tavolo di oltre 1 km, con il patrocinio di Ministero dell’Agricoltura e Regione Toscana, e l’ideazione di Scaramuzzi Team, con menu della Guido Guidi di Firenze, ma anche le scenografiche sculture di Andrea Roggi). L’occasione è “Bolgheri DiVino” 2024, l’evento che, quest’anno, celebra l’anniversario n. 30 della Denominazione e presenta le ultime annate dei Bolgheri Superiore 2021 e il Bolgheri Rosso 2022, aspettando, in settembre l’uscita dei primi esemplari dell’annata 2023. “Questo bellissimo evento - spiega Albiera Antinori, alla guida del Consorzio (dopo anni di presidenza di Federico Zileri dal Verme, a capo di Castello di Bolgheri, che tanto ha dato alla denominazione negli anni passati, ndr) - oltre alla qualità dei nostri vini, sintetizza la coesione e l’unità di intenti dei produttori, in uno spirito di squadra che ha portato questo piccolo territorio a primeggiare a livello globale insieme alle più importanti aree vocate del mondo”.
Quest’anno sono usciti i Bolgheri Superiore 2021 e il Bolgheri Rosso 2022. L’annata 2021 è stata, senza dubbio, una delle più grandi nella storia di Bolgheri, permettendo di esprimere perfettamente la profondità, finezza ed eleganza uniche del territorio. I Bolgheri Rosso 2022 mostrano gradi alcolici non eccessivi e ottimi livelli di acidità, garantendo la freschezza tipica della denominazione. Per la 2023, invece, i cui primi esemplari di Bolgheri Rosso usciranno a settembre, c’è grande soddisfazione da parte di produttori per l’equilibrio e l’armonia che si è riusciti a raggiungere. Un anno, il 2023, nel quale la produzione imbottigliata è stata di 6,7 milioni di bottiglie, da parte dei 74 produttori del Consorzio, i cui vigneti rappresentano il 99% dei 1.365 ettari totali, con quasi tutte le aziende del territorio che svolgono tutte le fasi produttive, dalla vigna all’imbottigliamento.
Un’occasione da parte delle griffe di Bolgheri per incontrare collezionisti, wine merchant e media anche nelle loro Tenute - con eventi sempre riservati, su invito - da Ornellaia, con Lamberto Frescobaldi, alla guida del Gruppo (con una “cena barbecue” smart casual nei giardini della Tenuta), alla famiglia Moretti Cuseri, nel vigneto di Orma (ospitando il maestro pizzaiolo Franco Pepe, per una degustazione di pizza gourmet e annate storiche di Orma); da Caccia Al Piano della famiglia franciacortina Ziliani (per una visita alla mostra di arte contemporanea “Terre Rare” sui legami tra i linguaggi dell’arte e il processo di vinificazione), a Tenuta Argentiera che celebra un quarto di secolo (con un’esperienza sensoriale tra vino, la musica di Saturnino, uno dei più grandi bassisti italiani, collaboratore storico di Jovanotti, e la tipografia artigianale di Martina Vincenti, alias La Tipografia Toscana, che mette in scena il magico processo di stampa); ma anche Marilisa Allegrini a Poggio al Tesoro (con una passeggiata tra i vigneti della Tenuta, e una degustazione in riva al mare nel mitico ristorante stellato “La Pineta” dei giovani e bravi Andrea e Daniele Zazzeri). E non solo.
Benché il territorio della denominazione sia molto limitato i produttori (anche quelli venuti da altri territori ed altri “mondi”, dal chiantigiano Giovanni Folonari all’argentino Alejandro Pedro Bulgheroni, con Tenuta Meraviglia e Tenuta Le Colonne, dall’imprenditore Antonio Capaldo, con Campo alle Comete, alla famiglia tedesca Knauf, con Campo alla Sughera, dalla chiantigiana San Felice, con Bell’Aia, a Podere Prospero della famiglia veneta Zenato, ottimi produttori in Valpolicella, o al recente acquisto della Fabio Motta della famiglia Beretta, solo per citarne alcuni), hanno saputo valorizzare al meglio le tante sfaccettature del territorio ed, in pochi anni, i vini di Bolgheri sono diventati tra i più apprezzati dalla critica e dal mercato globale, avendo anche il valore medio a denominazione più alto d’Italia, e il suo territorio una meta da sogno per gli eno-appassionati del mondo.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024