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BOLLICINE: SCOPPIA LA TENDENZA DEGLI SPUMANTI DA UVE DI ANTICA COLTIVAZIONE E LA RICCHEZZA DEL “VIGNETO ITALIA” TROVA UN ALTRO PUNTO DI FORZA. UN VERO E PROPRIO TREND CHE RISERVA TANTE BELLE SORPRESE, DI LIVELLO ASSOLUTO

Italia
Gli spumanti da uve di antiche coltivazione

Sarà l’estate che impazza, o una vera e propria tendenza, ormai diventata una solida realtà, fatto sta che le bollicine del Bel Paese sono un vero e proprio “must” sia a tavola che nei locali. Certo a farla da padroni sono ancora sostanzialmente quattro territori Trentodoc, Franciacorta, Prosecco e Asti, produttori di ottimi vini a base prevalentemente, fatta eccezione per l’Asti, ottenuto da uve Moscato, e del Prosecco, ottenuto da questo omonimo vitigno, degli uvaggi classici della Champagne (Chardonnay e Pinot Nero, con qualche aggiunta, specie nei vini della Franciacorta, del Pinot Bianco, che ritroviamo protagonisti, soprattutto il Pinot Nero, anche negli spumanti dell’Oltrepo Pavese).

Ma l’Italia ha una ricchezza di tipologie che nessun altro Paese possiede anche in fatto di bollicine. E la curiosità, oltre che un’indubbia crescita qualitativa dei prodotti, invita certamente a provare anche qualche alternativa, aiutando, allo stesso tempo, a perseguire la via delle tipicità locali e dei suoi territori anche dove meno te lo aspetti.

Una vera e propria tendenza che rafforza il successo di questa tipologia riservando anche sorprese di livello assoluto. Ecco allora un breve viaggio attraverso gli spumanti d’Italia, Charmat o Metodo Classico che siano, più “imprevedibili”, cioè quelli ottenuti in tutto, o in prevalenza, dai vitigni di antica coltivazione che rappresentano da soli un mondo tutto da scoprire.

Partendo dal nord ovest come non apprezzare leggerezza e bevibilità di un Brut Metodo Classico Blanc de Morgex et de La Salle da uve Priè Blanc in purezza, prodotto dalla Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle o la tensione acida di un Brut Erbaluce di Caluso, ottenuto da questo vitigno in purezza, e prodotto per esempio dall’azienda Ciek o da Orsolani. Ma in Piemonte si può anche scegliere uno spumante dolce ottenuto da uve Brachetto d’Aqui, come quello della Cascina Fonda. E, sempre proveniente dalle colline piemontesi, perché non provare la versione spumantizzata del Gavi, da uve Cortese, come quello prodotto da La Scolca.

E se in Lombardia trionfano Franciacorta e Oltrepo Pavese, c’è anche qualcuno che fa uno spumante con le uve Croatina come l’azienda Bruno Verdi. Non solo il Prosecco caratterizza la produzione spumantistica del Veneto. La Cantina di Gambellara produce uno spumante dolce da uve Garganega in purezza e Iris Vigneti un brut Rosè da uve Raboso, mentre la Cooperativa Colli Vicentini produce uno spumante Lessini Durello, da uve Durello, la Zenato, una delle realtà produttive più importanti del Veneto, un Lugana Brut da uve Trebbiano di Lugana e Deliberi un Bardolino Chiaretto da uve Corvina, Rondinella e Molinara. In Friuli, la Tenuta Sottomonte di Buttrio e Collavini, producono spumanti a base di Ribolla Gialla, e Fantinel un dolce da uve Verduzzo in purezza. In Emilia Romagna, la Fattoria Paradiso propone uno spumante dolce da uve Albana Gentile, Francesco Bellei una versione spumantizzata del Lambrusco di Sorbara e l’azienda Carra di Castico la Malvasia di Candia.

Anche in Toscana si possono trovare spumanti inattesi: da quello ottenuto da uve Vernaccia, lo produce a San Gimignano Casale Falchini, al recente Sangiovese (con piccole aggiunte di Pinot Nero) con le bollicine prodotto a Montalcino dall’azienda Il Poggiolo, giovane azienda del territorio ma già in grado di esprimersi ad alti livelli: si tratta di un vino dai profumi accattivanti e dalla progressione gustativa convincente che trova nella bevibilità il suo punto di forza, anche in virtù del fatto che le uve da cui è ottenuto sono le stesse con cui si ottiene il blasonato Brunello di Montalcino.

Nella terra del Verdicchio, le Marche, non mancano spumanti prodotti da questo vitigno di antica coltivazione: l’azienda Colonnara è forse quella che ci crede di più producendo sia Metodo Classico che Charmat, incluso un Rosè. E non manca neppure chi spumantizza la Passerina, altro vitigno di antica coltivazione locale, come l’azienda Guido Cocci Grifoni. In Umbria, si scommette sul Sangiovese con cui Terre de la Custodia, l’azienda della famiglia Farchioni, tra le più importanti della regione, produce un ottimo Rosè, non lasciando però da parte il vitigno a bacca rossa simbolo della regione: il Sagrantino, con cui l’azienda Novelli produce il suo Rosé de Noir. Dall’Abruzzo arriva un Brut a base di Trebbiano, Passerina e Verdicchio, originale uvaggio prodotto dall’azienda Dino Illuminati.

Ricca e variegata l’offerta spumantistica campana. Dal classico, peraltro solo recentemente riscoperto, Asprinio d’Aversa, spumante ottenuto da uve Asprinio e prodotto da aziende come I Borboni e Grotta del Sole, storica realtà produttiva della Campania, guidata dalla famiglia Martusciello, quest’ultima produttrice anche di un dolce da uve Coda di Volpe, allo spumante di Falanghina, prodotto dalla Cantina del Taburno, una delle più importanti realtà cooperative del centro-sud, fino alle interessanti realizzazioni di Feudi di San Gregorio, marchio che ha lanciato nel mondo i vini irpini: Dubl bianco, da uve Falanghina, Dubl bianco, da uve Greco e Dubl Rosè, da uve Aglianico. Il Fiano d’Avellino è, invece, usato nello spumante Brut de I Favati, dell’azienda Colli Irpini e di De Conciliis, che produce anche uno spumante a base di Aglianico. In Basilicata, Paternoster produce un dolce da uve Aglianico e l’azienda Dragone un demi-sec da uve Malvasia Lucana.

Interessante la produzione spumantistica a base di uve di antica coltivazione in Puglia, a partire da quella di Leone De Castris, storica griffe della Puglia enoica, che produce tre spumanti decisamente intriganti: il Don Piero (da uve Malvasia Bianca), il Rosé Donna Lisetta (da uve Negroamaro e un piccola quota di Malvasia Nera) e il millesimato Five Roses (da uve Negroamaro in purezza). Ma c’è anche chi scommette sul Bombino Bianco, come l’azienda d’Araprì o la cooperativa Crifo. L’azienda Polvanera, invece, ha spumatizzato il Primitivo, mentre l’azienda Rosa del Golfo si è cimentata con il Negroamaro per il suo Rosè. In Sicilia Antichi Vinai e soprattutto Scammacca del Murgo, storica azienda che da sempre ha scommesso su questo vitigno, spumantizzano il Nerello Mascalese, mentre in Sardegna la Cantina di Gallura spumantizza il Vermentino e Sella & Mosca, azienda simbolo della eruzione enologica sarda oggi nel colosso Campari, il raro vitigno Torbato.

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