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BOOM PER IL TARTUFO: UN “PIACERE” DA 400 MILIONI DI EURO. LA RACCOLTA INTERESSA 200.000 PROFESSIONISTI “IN REGOLA”. GLI APPUNTAMENTI CULT ED ALTRE CURIOSITA'

”Piacevole sorpresa autunnale per i ricercatori e gli appassionati di tartufo: la raccolta, quest’anno, si stima raddoppiata o triplicata, di ottima qualità e con prezzi più contenuti grazie all’inverno freddo e all’estate molto piovosa”. Così la Coldiretti, che, per questa specialità - fresca, conservata o trasformata - parla di un business di 400 milioni di euro all’anno e che coinvolge nella raccolta 200.000 professionisti “in regola” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici.
La ricerca dei tartufi praticata, già dai Sumeri, non ha solo una natura hobbistica ma svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive, dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici.
Il tartufo è un fungo che vive sottoterra ed é costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipenderà dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.
Le Regioni più vocate alla sua raccolta sono, in particolare, il Piemonte (Alba e le Langhe, per il prestigioso bianco, che si può raccogliere, per legge, dal 15 settembre fino al 31 gennaio 2003) e le Marche (Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, sempre per il bianco), ma anche la Toscana (San Miniato e San Giovanni d’Asso, per il pregiato Tuber Magnatum Pico), l'Umbria (Norcia e Spoleto, per il nero pregiato), l'Abruzzo, il Lazio e il Molise.
I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina. Il tartufo nero viene per lo più utilizzato in cottura o per farcire ma anche a crudo, tagliato a fettine e messo su piatti di pasta fresca; il bianco, invece, va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti. Il tartufo bianco esige grandi vini rossi (Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Sagrantino di Montefalco); il nero, invece, ammette anche i bianchi.

Le curiosità:
Tartufi & Record
Il più grande tartufo mai raccolto è un Tuber Magnatum Pico, trovato a San Miniato, in Toscana, nell’ottobre 1954, dal peso di 2.520 grammi.
Tartufo, gli eventi cult di livello nazionale: in Piemonte, la Fiera di Alba
e l’Asta di Granzane Cavour; in Toscana, la Fiera di San Miniato
Alba, in Piemonte, è da sempre la capitale del tartufo. E’ qui che si organizza la fiera nazionale per eccellenza (Pro Loco, tel. 0173/362562): ogni sabato e domenica, dal 5 ottobre al 10 novembre, è aperto il mercato del tartufo. L’altro evento mondiale, sempre nelle Langhe, a Grinzane Cavour, è l’asta: quest’anno il 10 novembre. Il primo collegamento, con Hollywood per l’ora di colazione, con lo chef Piero Selvaggio: uova, tartufi e dollari, tanti; poi il brunch, in diretta con il San Domenico di Tony May a Central Park, ed infine alle 19 al Castello di Grinzane, che vide il passaggio di Camillo Benso conte di Cavour, per decisivi colpi di testa. In Toscana, il prezzo è fissato dalla Fiera di San Miniato (in calendario per tre weekend: 9/10, 16/17, 23/24 novembre; tel. 0571/42745), unica a fregiarsi, per legge, oltre ad Alba, del titolo di “nazionale”. Altre fiere: San Giovanni d'Asso (tel. 0577/803101), in Toscana, dal 10 al 17 novembre; a Acqualagna (tel. 0721/796741), nelle Marche, il 27 ottobre, il 1/3 novembre, 10 novembre; a Città di Castello (075/8554922), in /Umbria, il 1/2/3 novembre.

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