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GIUDIZIO

Bordeaux 2021, un’annata sorprendente, viste le premesse, specie per i bianchi. Ma senza squilli

I giudizi della critica internazionale all’ultima vendemmia: James Suckling, Antonio Galloni, Neal Martin, Jane Anson e Jean-Marc Quarin

A livello climatico e produttivo l’ultima vendemmia a Bordeaux è passata agli annali come un’annata fresca e umida, segnata dalle piogge di giugno e dal crollo delle temperature di luglio ed agosto, per una produzione totale di 3,7 milioni di ettolitri, il 14% in meno della 2020. E se il trade (qui le impressioni dei wine merchant) ha già incoronato Château Margaux, e adesso aspetta un calo dei prezzi - ex négociant - intorno al 2,7% sul 2021, dagli assaggi en primeur arrivano i primi resoconti della critica internazionale, da Jane Anson (corrispondente a Bordeaux di “Decanter”) a Neal Martin e Antonio Galloni di “Vinous”, da Jean-Marc Quarin, tra i massimi esperti dei vini di Bordeaux di Francia, a James Suckling.
Per il critico di casa ad Hong Kong la 2021, annata difficile, alla fine si è rivelata “semplice”, nonostante abbia “offerto ai produttori di vino praticamente tutte le calamità immaginabili, tra gelate primaverili, muffe, botrite, pioggia, scarsità di luce solare e basse temperature nei mesi estivi”. Dagli assaggi di botte della 2021 di Bordeaux, per Suckling emergono essenzialmente due aspetti: “acidità fresca e brillante e bassa gradazione alcolica, ma è difficile trovare un termine di paragone. Ci sono rossi vivaci e interessanti, ma anche bianchi fantastici”. Il “vero miracolo di questa vendemmia - scrive ancora James Suckling - potrebbe riguardare i vini dolci, molto promettenti”. Non è un caso allora che al top ci sia il 1er cru di Sauternes Château Lafaurie-Peyraguey, con 99/100 punti, il massimo, “forse il più grande vino dolce che prodotto in 100 anni da Château Lafaurie-Peyraguey”. Al secondo posto, con 98/99 punti, Lafleur, Le Pin, Pétrus e Domaine de Chevalier Blanc, seguiti, con 97/98 punti, da Cheval Blanc.
Per Antonio Galloni, fondatore di “Vinous”, il Bordeaux 2021 segna un “Ritorno alla classicità”, come ha titolato il suo report sugli assaggi da botte, da cui emerge come “la 2021 è destinata a rivelarsi un’ottima annata soprattutto per i bianchi secchi, ma in generale, viste le premesse, si è rivelata una sorpresa, con i produttori più importanti capaci di produrre vini splendidi, con un approccio classico, ricchi di freschezza ed energia”. Per Galloni, “la 2021 rappresenta una svolta radicale rispetto alle tre annate precedenti, con una gradazione alcolica inferiore mediamente di un grado rispetto alla media del periodo ed il legno ben integrato in molti dei migliori vini. Permane una certa incoerenza, per cui scegliere con attenzione è ancora più importante del solito”. Considerazioni che si traducono in sette etichette meritevoli dei 96/98 punti, il punteggio massimo per Antonio Galloni, assegnato a due bianchi (Les Carmes Haut-Brion e Smith Haut Lafite Blanc) ed a cinque rossi: Haut-Brion Blanc, Vieux Château Certan, Ducru-Beaucaillou, Cheval Blanc e Doisy-Daëne L’Extravagant.
Altra firma di spicco di “Vinous” è quella di Neal Martin che, pur concordando sulle tante carenza della 2021 di Bordeaux, scrive comunque di un’annata che si rivela come un antidoto alle ultime vendemmie, tutte calde. “Non ci sono, però, vini entusiasmanti, che fanno battere il cuore o che diano l’impressione di trovarsi di fronte ad una futura leggenda, ma ci sono vini che testimoniano lo sforzo e l’abilità dei viticoltori”, scrive Neal Martin. “Gli assaggi confermano che la 2021 non è all’altezza delle ultime grandi annate, e non è neanche una vendemmia in cui una delle due “Rive” spicca sull’altra”. L’aspetto più enigmatico, come accade spesso con le annate date inizialmente per spacciate, capaci poi di ribaltare le previsioni, riguarda la capacità di invecchiamento di questa 2021: “sarà un’evoluzione in bottiglia affascinante da seguire”, scrive Neal Martin. In termini di prezzi, “è chiaro che il mercato si aspetta una riduzione, ma i produttori sperano di limitare i tagli il più possibile, per contenere l’aumento dei costi di produzione”. Coerentemente con le premesse, nessun vino, secondo Neal Martin, ha il potenziale per arrivare a 100 punti, ma i due che si avvicinano di più (96/98) sono Château Lafleur e Château Haut-Brion Blanc. Un gradino più in basso (95/97) Château La Mission Haut-Brion Blanc, Château Lafite Rothschild e Château Vieux Château Certan, seguiti, con il punteggio di 94/96 da Château Margaux, Château Rauzan-Ségla, Château Leoville Les Cases, Château L’Eglise-Clinet e Château L’Evangile.
Per Jane Anson, corrispondente a Bordeaux del magazine britannico “Decanter”, “la 2021 è l’annata più difficile dal 2013, con alcuni assaggi, molto buoni, ma non mi sembra il caso di paragonarla, come ho letto, alla 1996 o alla 2001”. Spegne gli entusiasmi, la critica inglese, che si unisce però alle lodi dei colleghi ai bianchi di Bordeaux del 2021, assegnando, non a caso, il punteggio più alto (98 punti) a Château Haut-Brion Blanc, con Château Margaux’s Pavillon Blanc a 97 punti e i bianchi di Château La Mission Haut-Brion e Château Mouton Rothschild a 96 punti, così come Château Valandraud Blanc e Les Champs Libres di Lafleur. Quattro i rossi al top degli assaggi di Jane Anson (Château La Mission Haut-Brion, Château Figeac, Château Lafite Rothschild e Château Lafleur), che non ha dato alcun 100 (seppure potenziale), anche per non sminuire i punteggi dati da annate come la 2009, la 2016 o la 2019.
Infine, un punto di vista “interno”, ossia quello di Jean-Marc Quarin, firma prestigiosa del giornalismo del vino di Francia. Che restituisce una prima impressione tutto sommato positiva della 2021 di Bordeaux, definita “molto eterogenea ma con alcune piacevoli sorprese”. Spiccano, nelle osservazioni di Jean-Marc Quarin, delle caratteristiche ben precise: aromaticità, mancanza di tannini (almeno rispetto alle annate recenti) e le basse gradazioni alcoliche, ma anche buone acidità, almeno nelle declinazioni più riuscite. I problemi maggiori riscontrati da Jean-Marc Quarin riguardano la mancanza di maturità, particolarmente evidente nei cru minori. Nel complesso, “la 2021 è un’annata media, da cui emergono alcune eccezioni buone, molto buone o addirittura eccellenti”, ma il numero di vini eccezionali sarà la metà di quelli del 2019 e del 2020. Sui 393 vini assaggiati en primeur da Quarin 64 hanno ottenuto un punteggio di 94/100 o più (29 dalla Rive Droite, con Saint-Emilion e Pomerol al top), tre da Sauternes e Barsac e 32 dalla Rive Gauche, e solo 5 arrivano a 97 punti. Una top five in cui entrano Château Haut-Brion Blanc, e i vini bianchi di Château Valandraud, Château Smith Haut Lafitte, Domaine de Chevalier e Château La Mission Haut-Brion.

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