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SCENARI

California, il “cuore” del vino americano in difficoltà: produttori costretti a scelte drastiche

Tra consumatori che si allontanano, inflazione, tensioni commerciali e clima, il settore affronta la sua crisi peggiore per “The Wall Street Journal”
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La California del vino è in crisi per “The Wall Street Journal” (ph: Chatgpt)

Terra simbolo del vino americano, in California si sta consumando una crisi profonda che sta mettendo in ginocchio produttori, aziende e intere comunità agricole. Un mix di fattori economici, climatici e culturali ha stravolto gli equilibri di un settore che per decenni ha prosperato, trasformando la regione in un’icona mondiale dell’enologia. I giovani consumatori si allontanano dal vino, preferendo alternative analcoliche o a base di cannabis, mentre l’inflazione spinge i produttori a rivedere i prezzi al ribasso. A complicare il quadro, le tensioni commerciali con il Canada che hanno quasi azzerato le esportazioni (come abbiamo riportato recentemente su WineNews), e il clima insolitamente favorevole ha generato un raccolto abbondante proprio quando la domanda è in calo. E di fronte ad un mercato saturo e a scorte invendute, le aziende vinicole sono costrette a scelte drastiche: ridurre gli acquisti di uva, estirpare vigneti, puntare su varietà più richieste e vendere vino sfuso a marchi privati. La crisi californiana non è isolata: anche in Europa e Sud America si assiste, come è noto, ad una riduzione delle superfici vitate. Eppure, tra difficoltà e perdite milionarie, alcuni produttori vedono in questo momento una possibilità di rinnovamento, investendo in esperienze turistiche e strategie per conquistare nuovi consumatori. A rilanciare l’allarme è anche “The Wall Street Journal”, uno dei principali quotidiani economici e finanziari degli Stati Uniti e del mondo, in un articolo, dei giorni scorsi, firmato da Laura Cooper.
Il quotidiano americano riporta come, tra le altre cose, “l’azienda vitivinicola Jackson Family Wines (nella Contea di Sonoma, una delle più importanti di tutti gli Stati Uniti, ndr) sta riducendo gli acquisti di uva e valuta di estirpare vigneti per piantare varietà in eccesso con uve più richieste, come il Sauvignon Blanc, che si prevede avranno maggiore successo commerciale nei prossimi anni”, come ha affermato il ceo dell’azienda, Mitch Davis. Jackson Family Wines, spiega ancora il quotidiano, ha infatti deciso di “abbassare i prezzi di alcune etichette, come il Pinot Noir La Crema (una delle etichette più diffuse negli States), e di lanciare nuovi prodotti sotto la soglia psicologica dei 20 dollari, nel tentativo di intercettare i consumatori penalizzati dall’inflazione”, come ha spiegato Shilah Salmon, vicepresidente senior del Marketing, sottolineando come “superare quel limite renda l’acquisto più difficile, soprattutto nei supermercati dove si concentra quasi metà delle vendite di vino negli Stati Uniti”.
La crisi attuale è il rovescio della medaglia di un boom iniziato negli Anni Novanta, alimentato da programmi televisivi e film come “Sideways”, che hanno trasformato la California in una meta turistica e fatto esplodere la domanda di Pinot Noir. Molti agricoltori, come John Balletto, proprietario di Balletto Vineyards, una rinomata azienda vinicola situata nella Russian River Valley, hanno convertito le loro coltivazioni di ortaggi in vigneti, ma oggi si trovano a fare i conti con contratti saltati e perdite milionarie. Balletto, che ha 833 acri (circa 337 ettari, ndr) di vigneti, ha dichiarato che “il 30% della sua uva è rimasta invenduta e sta cercando di trasformarla in vino sfuso da vendere a marchi privati come Trader Joe’s e Aldi, nonostante i margini ridotti e i rischi elevati”. Anche Steve Dutton, co-proprietario e agricoltore di Dutton Ranch, storica azienda agricola a conduzione familiare situata nella Contea di Sonoma, ha visto il 20% della sua produzione rimanere invenduta e ha iniziato a vendere uva addirittura su Facebook Marketplace, come spiega “The Wall Street Journal”. “Stiamo cercando di fare tutto il possibile - ha detto Dutton - alcuni produttori stanno tornando alla coltivazione di mele, che vengono trasformate in succhi e aceto biologico, mentre altri valutano la vendita di terreni a sviluppatori immobiliari. La crisi ha spinto molti viticoltori a estirpare vecchie vigne e iniziare il lungo processo di reimpianto con varietà più redditizie, nella speranza che il mercato si riprenda”.
Secondo Sonoma County Winegrowers, l’organizzazione no-profit di marketing e formazione che rappresenta 1.800 viticoltori nella Contea di Sonoma, tra 2.000 e 5.000 acri di vigneti potrebbero essere espiantati nei prossimi anni, e non tutti verranno rimpiazzati. Il fenomeno non è limitato alla California: anche in Francia, Spagna, Argentina, Cile e Sudafrica si registra una riduzione delle superfici vitate, secondo l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv).
Ma nonostante le difficoltà, alcuni produttori come Balletto, conclude il quotidiano finanziario, non si arrendono e cercano di attrarre nuovi consumatori con esperienze turistiche, musica dal vivo, tour nei vigneti e attività ricreative, puntando su un approccio più diretto e coinvolgente. “Dobbiamo mettere il consumatore al centro. Per noi è un impegno a lungo termine”, conclude Balletto.

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