Far funzionare le strutture per la promozione che ci sono in Italia, non cancellare tutto: anche il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli, si schiera con chi vede con preoccupazione la possibilità che venga soppresso “con un tratto di penna”, l’Istituto del Commercio Estero (Ice) che, “nell’interesse delle imprese e del Paese, deve sopravvivere”, seppure in maniera diversa. Intanto tagliando costi e sprechi - e questo lo diciamo noi - poi, come suggerisce lo stesso Martelli, creando un coordinamento unico dedicato al prodotto vino, perché ad oggi sembra che ognuno vada per conto suo, specie sui mercati esteri, sperperando risorse e causando ridondanza. Ecco perché l’Ice, come del resto Buonitalia, non vanno smantellate o cancellate, ma rese più efficienti, snelle, utili ed in grado di creare plusvalore per le aziende italiane.
“Sicuramente si può e si deve migliorare, ma il capitale umano dell’Ice non va buttato via - ha aggiunto Stefano Raimondi, dell’area vini dell’Ice - solo nel 2010, sono state 1500 le imprese che si sono affidate all’istituto per essere accompagnate sui mercati esteri”.
Insomma, la via giusta non è quella di tagliare tutto, ma di ottimizzare e far funzionare meglio quello che, negli anni, bene o male, è stato costruito.
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