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IL MESSAGGIO

Carlin Petrini: “a Terra Madre per acquisire gli elementi per tornare a casa e stringere alleanze”

Il fondatore Slow Food rimarca l’importanza dell’educazione alimentare nelle scuole per “riconnettere i bambini con nostra Madre Terra”

Portare a scuola la conoscenza del cibo e la cultura sulle stagioni dell’agricoltura è uno dei punti nevralgici del movimento di Slow Food, e da “casa sua”, Terra Madre Salone del Gusto, che si chiude oggi, a Torino, il fondatore della Chiocciola, Carlo Petrini, lo ha ribadito ancora una volta con grande forza, pungolando anche Palazzo Chigi: “il Governo italiano deve sostenere l’educazione alimentare - ha detto nel panel “La Natura è Maestra” - la situazione ambientale è complicata, stiamo perdendo la biodiversità e la crisi climatica sposta le colture creando ingenti danni. Allora noi abbiamo due possibilità: o seguiamo le multinazionali che bypassano la realtà contadina, oppure stiamo con Terra Madre che sostiene le economie locali”. Di fronte a persone provenienti da tutto, Petrini ha puntato molto sul concetto di “alleanza” citando anche la sua personale metafora della “valanga”, ovvero un piccolo movimento che piano piano aumenta e si ingrandisce fino a diventare una potenza capace di abbattere anche i muri più resistenti. E la parete, sempre seguendo la figura retorica di Petrini, è l’attuale sistema economico alimentare: “noi non possiamo incidere sulle multinazionali, ma sulle economie locali sì - ha sottolineato - dobbiamo concepire questi giorni a Terra Madre come un momento di arricchimento culturale per acquisire gli elementi per tornare a casa e stringere alleanze. Con i produttori, pescatori, allevatori, anche i cuochi, e soprattutto con i cittadini che io non chiamo “consumatori”, perché è un termine che secondo me contiene un principio di malattia. Le alleanze devono partire dal basso, perché è lì che si creano i legami più forti, e sono sempre meglio piccole esperienze rispetto al nulla. Altrimenti la nostra produzione agricola rischia di rimanere soffocata da una politica alimentare fondata sul consumismo compulsivo, uno schema che spreca cibo: ne produciamo per 12 miliardi ma siamo in 8, così il 33% lo buttiamo via. Nel frattempo ogni anno nel mondo ci sono milioni di morti per fame, anche bambini. Dobbiamo convincere le altre persone ad allearsi con Terra Madre, dobbiamo diventare noi stessi protagonisti politici a modo nostro”.
E sul tema dell’educazione alimentare è intervenuto anche Giuseppe Barbiero, biologo e ricercatore di Ecologia all’Università della Valle d’Aosta, che ha spiegato l’importanza in questo senso di riconnettere i bambini con la natura: “anche loro sono sempre più urbanizzati e non hanno contatti con il verde - ha affermato - però ne hanno una fascinazione, in poco tempo ne rimangono incantati. Così abbiamo scoperto che il contatto con la natura migliora le loro prestazioni scolastiche del 40%, però il sentimento di affiliazione accresce dopo 18 mesi. Quindi serve un progetto a lungo termine”.
In chiusura, il punto di vista di Dahli Nolasco Cruz, membro dell’advisory board di Slow Food, messicana e che in patria lavora per la difesa e la promozione dei semi, del cibo, dei territori e della biodiversità indigena creola. Il suo discorso si è incentrato molto sulla necessità di preservare la cultura delle popolazioni autoctone: “noi siamo dei guardiani dei nostri terreni, per questo siamo sempre in lotta contro tutti - ha raccontato - non è vero che non vogliamo lo sviluppo, vogliamo solo che questo si faccia nel rispetto della natura. Però all’egemonia culturale conviene dire che siamo contrari al progresso così possono portarci via le nostre terre. Ma noi resistiamo e facciamo formazione per avvicinare i giovani all’essere indigeni. Lo reputiamo un vantaggio, così già appena nati impariamo a prenderci cura della nostra Terra Madre”.

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